Appalti, case popolari e il racket | Blitz della polizia, tredici arresti - Live Sicilia

Appalti, case popolari e il racket | Blitz della polizia, tredici arresti

Una veduta dall'altro dell'area di Porto Empedocle (a sinistra) e la mappa virtuale dell'impianto di rigassificazione

Le squadre mobili di Palermo ed Agrigento hanno disarticolato una delle frange più agguerrite della mafia, azzerando vertici e fiancheggiatori delle famiglie della zona. Cosa Nostra tentava di condizionare una serie di opere, tra cui il rigassificatore di Porto Empedocle. Nella foto a sinistra la cittadina agrigentina, a destra la mappa virtuale dell'impianto NOMI FOTO VIDEO

PALERMOPizzo, appalti e case popolari. Blitz della polizia contro la Cosa Nostra agrigentina. Tredici le persone arrestate. Le Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento stanno disarticolando una delle frange più agguerrite ed organizzate della mafia siciliana, azzerando vertici e fiancheggiatori delle famiglie mafiose di Agrigento e Porto Empedocle. Gli investigatori hanno accertato come non si sia mai spezzato lo storico vincolo con i boss palermitani. Ricostruita la mappa del pizzo imposto alle imprese. Cosa Nostra tentava di condizionare una serie di opere edili, tra cui la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, e voleva mettere le mani sui trasporti da e per l’isola di Lampedusa.

Tra gli arrestati ci sono sono Antonino Iacono, considerato il leader della cosca di Agrigento e quello di Porto Empedocle, Francesco Messina. Ai domiciliari è finito Pietro Campo, di Santa Margherita Belice. Le microspie che hanno potato, nei giorni scorsi, al blitz contro i mafiosi di Corleone avevano fatto emergere i i suoi costanti contatti con i nuovi referenti del mandamento che fu di Riina e Provenzano. Il blitz di stamani nasce dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli. 

Gli arresti sono nove, di cui tre ai domiciliari, mentre i restanti provvedimenti cautelari sono quattro obblighi di dimora.  In carcere sono finiti Antonino Iacono, 61 anni, Francesco Messina, 58 anni,  Francesco Capizzi, 50 anni, Francesco Tarantino, 29 anni, Gioacchino Cimino, 61 anni, e Giuseppe Picillo, 53 anni, di Favara. Ai domiciliari Pietro Campo, 63 anni, Giacomo La Sala, 47 anni, di Santa Margherita Belice ed Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale (Pa). Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Vito Campisi, 45 anni, e Antonino Grimaldi, 49 anni, entrambi di Cattolica Eraclea; Santo Interrante, 34 anni, e Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, di Santa Margherita Belice.

“L’azione di contrasto alla mafia rimane una priorità in una terra che vuole e deve crescere. Un’operazione che colpisce il parassitismo mafioso con la pratica antistorica del pizzo”. L’ha detto il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, esprimendo “vivo apprezzamento al lavoro della Dda e della polizia” che ha portato all’operazione antimafia “Icaro”.


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