PALERMO – Un documento articolato, che è anche un atto di denuncia. È stato illustrato oggi dall’Anci Sicilia in commissione bilancio. Secondo i sindaci, i Comuni sono stati in questi anni fortemente penalizzati. E la situazione attuale è assai preoccupante: “Stando così le cose, sarà molto difficile riuscire a chiudere i bilanci”.
Erano presenti all’audizione il presidente Leoluca Orlando, il segretario generale Mario Emanuele Alvano, il vice presidente vicario Luca Cannata e il vice presidente Paolo Amenta. Non c’erano invece gli esponenti del governo Crocetta, che pure erano attesi. In particolare, i rappresentanti dell’Associazione si sono soffermati sulla previsione dell’articolo della legge, in base alla quale la copertura di ben 500 milioni dipende dalla sottoscrizione o meno di un accordo fra Stato e Regione Siciliana. Il famoso “contenzioso” tra Palermo e Roma, che doveva portare, tramite anche una parziale revisione dello Statuto, al riconoscimento all’Isola di 1,4 miliardi. Ma finora il governo Renzi ha assicurato solo 900 milioni. Il restante mezzo milione è legato proprio all’esito di quella trattativa.
L’Associazione dei comuni siciliani, poi, ha anche evidenziato la mancata previsione dei 115 milioni per spese di investimento che, in base alla legge, negli anni sono stati utilizzati anche per il pagamento dei mutui. “In una fase congiunturale caratterizzata dalla sempre maggiore dipendenza dai tributi locali e dalla loro effettiva riscossione, – fa sapere l’Anci attraverso una nota – un ulteriore taglio di entità superiore al 25% delle risorse finanziarie destinate ai Comuni rappresenterebbe un elemento insostenibile per la grande maggioranza dei comuni dell’Isola determinando l’impossibilità di chiudere i bilanci”. Insomma, mancano 115 milioni per gli investimenti, mentre dei 340 per la spesa corrente ne mancano 114, legati appunto ai 500 milioni per i quali ancora si cerca un accordo con Roma. “Come si fa – la denuncia del vicepresidente Paolo Amenta – entro il 31 marzo ad approvare i bilanci di previsione? L’Anci vorrebbe lavorare in sinergia insieme ad Assemblea regionale e governo. Nell’interesse dei siciliani”.
Ma la legge di stabilità prevede altre possibili stangate per i Comuni. A cominciare dalla cosiddetta “ecotassa”. La penalizzazione prevista per quei Comuni che non raggiungeranno progressivamente una determinata percentuale di raccolta differenziata. Una proposta che il presidente Orlando non ha contestato in linea di principio, ma il primo cittadino di Palermo ha puntato il dito su alcuni aspetti pratici. Intanto, il fatto che questi “step” vengano previsti nonostante l’assenza di un Piano regionale per la differenziata. Ma non solo. I Comuni chiedono una moratoria per il 2016 e anche che la metà delle entrate provenienti dall’ecotassa possa essere destinata ai comuni virtuosi o che dimostrano di avere un progetto serio per incentivare la raccolta. E sul tema dei rifiuti non è mancato l’ennesimo, durissimo intervento di Orlando nei confronti dei privati gestori delle discariche. “Abbiamo denunciato ovunque – ha detto – gli interessi parassitari sui rifiuti in Sicilia. Esistono discriche con gestori dai nomi calabresi che mettono in ginocchio i Comuni. Costringono gli autocompattatori a operare come camion, per portare i rifiuti a Siculiana, giusto per fare nomi e cognomi”.