PALERMO – “Ho fatto una stupidaggine. Mi dispiace, ma ho fatto una stupidaggine”, ripete in lacrime il trentottenne pirata della strada che si è costituito questo pomeriggio al pm di Palermo Andrea Fusco. Adesso è indagato a piedi libero.
È lui l’automobilista al volante della Ford Focus che ha investito e ucciso Alessandro Bellante, il 25 aprile sorso, in via dei Fiori, a pochi metri dall’incrocio fra il viale Regione siciliana e il corso Calatafimi. La vittima di 23 anni era in sella ad uno scooter. Dopo l’impatto l’investitore è fuggito. Al magistrato ha detto di essere stato sopraffatto dal panico e dalla paura perché la sua macchina non era assicurata. I vigili urbani dell’Infortunistica erano già sulle sue tracce da giorni, dopo avere analizzato le immagini di alcune telecamere.
In un interrogatorio drammatico l’uomo ha, però, fornito una dinamica diversa dell’incidente da quella che finora sarebbe emersa. “Era visibilmente scosso – racconta il suo avvocato Michele Rubino -. Ha riferito di non avere potuto evitare l’impatto con Bellante che aveva perso l’equilibrio con la moto forse per colpa di una buca. Quando lo ha investito non era più in sella allo scooter. L’asfalto era bagnato e non è riuscito a frenare. Poi, è fuggito. Si tratta di un soggetto cardiopatico e si è fatto prendere dal panico. L’uomo di sera sarebbe tornato nel luogo dell’incidente. “Avrebbe voluto presentarsi ai vigili – dice l’avvocato – ma ha visto la scena di dolore dei familiari e non se l’è sentita”. A distanza di quattro giorni ha cambiato idea, rammaricandosi per la fuga (avrebbe visto qualcuno avvicinarsi a Bellante per soccorrerlo), ma negando di avere avuto colpe nell’impatto costato la vita al giovane di 23 anni.