PALERMO – Non si è mai pentita di ciò che ha fatto. La studentessa era e, a giudicare dalle sue parole lo è ancora, innamorata del suo professore di religione. L’uomo da ieri è agli arresti domiciliari con l’accusa di atti sessuali con una minorenne.
Lui ha 47 anni, lei quindici, ma ne aveva dieci quando si sono conosciuti. Il suo racconto ai poliziotti della Squadra mobile è lucido. Fissa la data in cui iniziata la loro relazione ad un bacio pomeridiano che si sono scambiati nei pressi di una chiesa. Lì la ragazzina capì che “stavamo insieme… ci siamo visti e visto che ero innamorata di lui ci siamo baciati”. Ride imbarazzata quando spiega che “lui mi diceva che nessuno capiva che lui mi amava veramente. Mi diceva che avrebbe voluto che i miei accettassero la nostra relazione”.
Sono stati proprio i genitori a rivolgersi alla polizia dopo avere letto i messaggi che la figlia si scambiava con l’insegnante di religione: “Io lo posso capire che sono preoccupati, ma non è il suo caso, non si è imposto, non mi ha mai chiesto nulla che potesse andare oltre. Quando eravamo amici lui ha ha rispettato il suo ruolo di insegnante”.
Sono parole che potrebbero pesare sulla posizione dell’uomo che attende di essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari. Quando una ragazzina supera i quattordici anni il reato di atto sessuali con minore può essere contestato qualora la vittima sia in affidamento all’uomo che finisce sotto inchiesta. Potrebbe essere il caso dell’insegnante di religione che, secondo l’accusa, avrebbe continuato a gestire gli incontri estivi per conto di un istituto privato. Incontri ai quali anche la ragazzina, una volta finite le scuole medie, avrebbe partecipato. Solo che la minorenne di lui dice che, “quando faceva l’insegnante ed erano solo amici. ha rispettato il suo ruolo”.