PALERMO – Quasi 3.400 atti deliberati in quattro anni di attività, di cui 2.800 debiti fuori bilancio, 303 verbali, 73 mozioni e 192 provvedimenti di varia natura: eccolo il bilancio di Sala delle Lapidi, alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale. Un consuntivo che va da luglio 2012 a giugno 2016 e che fotografa, seppur fra molti limiti, l’attività del consiglio comunale della quinta città d’Italia che la prossima primavera sarà chiamato a farsi giudicare dagli elettori.
Una performance sicuramente migliore rispetto a quella della precedente consiliatura: in questi anni, al netto di sporadici episodi, in Aula è regnata la calma e il clima di collaborazione ha aiutato ad approvare atti che altrimenti sarebbero rimasti impantanati ma che la città attendeva da anni. Dal Piano traffico al Piano farmacie, dal Pudm alla nascita di Rap e Reset, dalla movida ai dehors, passando per i Prusst e lo schema di massima del Prg che dovrebbe vedere la luce proprio questa settimana. Insomma, un bilancio di gran lunga più lusinghiero che in passato e che potrebbe concludersi con la ciliegina sulla torta: l’aggiornamento di Statuto e regolamento, per il quale è stata istituita una commissione ad hoc.
Secondo i dati elaborati dalla Presidenza del consiglio comunale, l’Aula ha approvato 446 deliberazioni nel secondo semestre del 2012, 524 nel 2013, 1.233 nel 2014, 939 nel 2015 e 227 nei primi sei mesi del 2016. Numeri che comprendono verbali, debiti fuori bilancio, mozioni e i vari provvedimenti, che sono la parte più importante dal punto di vista politico.
Se invece si prendono in considerazione i dati sulle presenze in Aula dei singoli consiglieri è possibile stilare una curiosa classifica dei più o meno stakanovisti di Sala delle Lapidi, posto che la semplice presenza non sempre è indice di produttività e soprattutto che il dato non indica quanto si è stati effettivamente presenti in Aula durante tutta la seduta (stare un minuto o cento non fa differenza, in pratica). Prendendo in considerazione le 68 sedute valide da gennaio a giugno del 2016, emerge che i più presenti sono a pari merito Loris Sanlorenzo del Pd, Aurelio Scavone del Mov139 e Giulio Tantillo di Forza Italia con 68 sedute su 68.
Un gradino più sotto, a 67, si piazzano Pia Tramontana (Mov139) e Filippo Occhipinti (Comitati Civici), mentre a 66 stazionano Salvo Alotta (Pd), Maurizio Lombardo (Sd), Giuseppe Maniaci (Mov139) e Totò Orlando, presidente del consiglio.
A quota 65 troviamo Gaspare Lo Nigro (Comitati Civici), Pierpaolo La Commare (Mov139), Rosario Filoramo (Pd), Angelo Figuccia (Fi), Francesco Bertolino e Federica Aluzzo (Mov139); a 64 si classificano Alessandra Veronese, Giusy Scafidi e Cosimo Pizzuto del Mov139 e Mimmo Russo del Misto, a 63 Francesco Scarpinato (Ncd), Giovanni Lo Cascio (Pd) e Serena Bonvissuto (Misto), mentre a 62 troviamo Massimo Pullara (Mov139), Fabrizio Ferrara (Pd) e Alessandro Anello (Ncd).
Sandro Leonardi (Pd) e Paolo Caracausi (Idv) arrivano a 61 presenze, Antonella Monastra (Pd) a 60, mentre Carlo Di Pisa (Pd), Alberto Mangano e Rita Vinci (Mov139) e Andrea Mineo (Fi) a 58; Nicolò Galvano (Misto) è solitario a 57, sono invece appaiati a 54 Tony Sala, Salvo Calò e Fausto Torta (Mov139), oltre a Felice Bruscia (Pid). A 53 si classifica Juan Diego Catalano (Mov139), a 52 Giorgio Calì (Noi con Salvini), a 51 Giovanni Geloso (Pd), a 50 Nadia Spallitta (Pd) e a 49 ex aequo fra Orazio La Corte (Sd), Luisa La Colla (Pd), Giuseppe Federico (Fi), Giulio Cusumano e Francesco Mazzola (Mov139). Completano il quadro Salvo Finazzo (Sd) a 44, Paolo Porzio (Insieme per Palermo) a 43, Giuseppe Milazzo (Fi) a 35 e Roberto Clemente (Pid) a 16, anche se Milazzo e Clemente sono anche deputati regionali e quindi a volte assenti perché impegnati all’Ars.