PALERMO – Sono centouno. E sono tornati alla carica per chiedere di essere assunti a tempo indeterminato. Il Tar ha dato loro ragione, e così la ex Provincia di Trapani, oggi Libero consorzio, dovrà stabilizzare questi lavoratori che per anni hanno goduto di contratti a termine.
Una sentenza che ne ricalca un’altra di alcuni mesi fa e che apre un fronte, spazzando via alcuni alibi avanzati dalla Regione: nessun divieto delle assunzioni, né alcuna norma finanziaria impediscono alla Sicilia di assumere i precari delle pubbliche amministrazioni. Lo Statuto speciale, per una volta, è dalla parte di questi dipendenti.
Ai quali, a dire il vero, già tre anni fa era già stato riconosciuto il diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Una decisione, poi, sulla quale la Provincia di Trapani ha deciso di fare marcia indietro, annullando la stabilizzazione. Proprio contro questo annullamento, i 101 lavoratori hanno avanzato ricorso, assistiti dall’avvocato Vincenzo De Mela. E il Tar ha dato loro ragione, con una pronuncia che potrebbe avere effetti più ampi di quelli riguardanti l’ente trapanese.
Lo stop alle assunzioni da parte del commissario era arrivato il 30 maggio del 2013 sulla base anche di alcune osservazioni della Corte dei conti sull’opportunità di nuove stabilizzazioni in enti già in difficoltà economiche. Con quell’atto, il Commissario aveva sostanzialmente annullato in autotutela la lunga e complessa procedura di selezione che ha poi portato alla iniziale assunzione dei lavoratori. I magistrati contabili avevano infatti espresso “forti perplessità” circa “l’operazione massiva di stabilizzazione del personale precario avviata dal commissario straordinario”. Dubbi legati, in quei giorni, anche all’imminente soppressione dell’ente.
Ma la Corte, spiegherà il Tar nella sua sentenza che ricalca un’altra pronuncia analoga dell’anno scorso, con quella nota non ha segnalato alcuna violazione di legge, semmai ha solo evidenziato una questione di “opportunità”. Così, restava in piedi il secondo motivo per cui il commissario aveva deciso di stoppare quelle assunzioni: la presunta efficacia in Sicilia del divieto di assunzione negli enti locali stabilito dalla legge nazionale.
“Ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica, – si legge in quella norma – gli enti territoriali concorrono, anche mediante riduzione delle spese per consumi intermedi, alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica nel rispetto delle disposizioni di cui al presente articolo, che costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica”. Ma la Regione, spiega sempre il Tar nella sua sentenza, riveste una competenza legislativa esclusiva in materia di “regime degli enti locali e delle circoscrizioni relative”. E la Sicilia non ha mai recepito nel territorio regionale quel divieto statale.
“Ad avviso del Collegio, – si legge quindi nella sentenza – il divieto di assunzioni di che trattasi, a differenza di ogni altro vincolo assunzionale dettato da norme finanziarie (anche statali, effettivamente espressione di principi di coordinamento della finanza pubblica) e qui incontestatamente rispettato, non può ritenersi operante nella Regione Siciliana in assenza di una specifica disposizione legislativa regionale di richiamo”. Per questo i 101 hanno vinto e si aggiungeranno a una ventina di colleghi che avevano già ricevuto il via libera all’assunzione l’anno scorso. Lo Statuto ha aperto loro le porte per la stabilizzazione.