PALERMO – L’accusa è stata lanciata dagli schermi televisivi di Rai Uno: “Cinque deputati regionali non hanno ancora sanato il proprio debito con Riscossione Sicilia” ha detto Antonio Fiumefreddo nel corso de “L’Arena” di Giletti, domenica scorsa. L’avvocato catanese ha giurato di voler “portare a termine” quella che è una battaglia “anti-casta”, contro quei parlamentari che “devono pagare, come tutti i normali cittadini”. Una battaglia presto trasformatasi, alcuni mesi fa, in una guerra istituzionale, con Fiumefreddo a puntare il dito contro gli oltre 60 deputati su 90 in debito col Fisco. Da lì, qualcosa sarebbe cambiato: “Hanno iniziato a pagare – racconta Fiumefreddo – ma c’è ancora qualche irriducibile”.
Cinque per la precisione. Si tratta, stando ai dati forniti da Fiumefreddo, di Giambattista Coltraro (ex Megafono oggi in Sicilia democratica*) che avrebbe un debito di quasi un milione e mezzo di euro, Santi Formica (Lista Musumeci) con 462.100 euro, Raffaele Nicotra (eletto con l’Udc, oggi nel Pd) con quasi 440 mila euro, Salvino Caputo (ex Pdl e oggi coordinatore provinciale a Palermo di ‘Noi con Salvini’) con 228.451 euro di debito e infine Paolo Ruggirello (eletto con la Lista Musumeci e oggi nel Pd) che deve al fisco, stando ai calcoli di Riscossione, quasi 49 mila euro.
Ma i cinque “irriducibili”, in coro, spiegano di non dovere un euro a Riscossione Sicilia. Almeno per il momento. A cominciare da chi è gravato dalle cartelle più pesanti. “Il debito che mi viene contestato – spiega infatti Coltraro – è frutto di un accertamento sulla dichiarazione dei redditi del 2010. Accertamento compiuto senza la verifica dei documenti ma, come si dice, in via ‘induttiva’”. L’evasione contestata a Coltraro era di circa mezzo milione, sul quale sono poi piombate tasse e more. “Quando mi è stata notificata la cartella – spiega però – io l’ho subito impugnata di fronte alla Commissione tributaria che ha deciso di sospenderla. Al momento insomma, non devo nulla a Riscossione, visto che il mio ricorso potrebbe confermare la mia tesi, ovvero che la società ha commesso un errore”.
Avrebbe invece chiesto la “rottamazione” della sua cartella Raffaele Nicotra, che però tiene a precisare che quei debiti “non hanno nulla a che vedere con la mia attività di deputato. Si tratta – aggiunge – di debiti contratti da una società di cui io ero titolare, una azienda nata oltre quarant’anni fa, e che ha purtroppo, come tante altre, subito gli effetti della crisi ed è in liquidazione da due anni. Adesso, come la legge mi consente, ho chiesto di rottamare la cartella e sto iniziando a pagare. Ma sempre a causa di quel debito – conclude Nicotra – mi era stato pignorato un quinto dello stipendio. Ho chiesto la sospensione almeno di quest’ultimo provvedimento, altrimenti finirei per pagare due volte la stessa somma”. E la rateizzazione è stata chiesta anche dal “collega” del Pd, Paolo Ruggirello: “Ho già iniziato a pagare – spiega – si tratta di debiti legati a multe e tasse automobilistiche”.
Più complessa la situazione di Santi Formica. Secondo il deputato, infatti, il debito contestato sarebbe legato alla condanna della Corte dei conti sulla vicenda dei cosiddetti “extrabudget” nella Formazione professionale, una inchiesta che ha coinvolto anche altri ex assessori regionali e alcuni burocrati di spicco della Regione. “Io non ho pagato ancora – spiega – perché la somma contestata non è quella corretta. Nel frattempo, infatti, – aggiunge Formica – la Regione ha recuperato una buona parte delle somme che rappresentano il danno all’erario. E così, la parte di quei soldi che spetta a me risarcire, è assai inferiore a quella contestata da Riscossione Sicilia. Pochi giorni fa sono andato nella sede della società, dicendomi disposto a pagare per intero la ‘vera’ somma, cioè quella frutto dello sgravio. Ma al momento sembra non ci siano strumenti per regolarizzare questa posizione. Nel frattempo comunque – conclude Formica – ho chiesto la sospensiva e l’udienza è prevista per il 13 marzo”.
Non è più un deputato regionale già da alcuni anni, invece, Salvino Caputo, il primo politico dell’Ars a “subire” gli effetti della legge Severino. Su di lui, ecco anche una mega-cartella di Riscossione, da oltre duecentomila euro “che al momento – spiega Caputo – io non devo pagare. Ho ottenuto, infatti, sia dal tribunale del lavoro che dalla commissione provinciale la sospensione della maggior parte di queste cartelle. Altre sono prescritte, altre ancora a mio parere sono viziate da un difetto di notifica. Sto invece pagando, tramite la rottamazione, circa 35 mila euro: si tratta di somme legate non alla mia esperienza di deputato, ma alla mia attività professionale”. Ma Fiumefreddo ribatte: “Balle: nessuna sospensiva è stata mai comunicata a Riscossione. Le rottamazioni? Per accedervi, bisogna essere in regola con le rateizzazioni. Siamo di fronte – conclude – al solito muro di gomma”. La guerra non è ancora finita.
* avevamo erroneamente indicato nel Psi il gruppo di appartenenza di Coltraro. Ci scusiamo