Quando i deputati scherzavano: |"Anch'io voglio lavorare al Cas!" - Live Sicilia

Quando i deputati scherzavano: |”Anch’io voglio lavorare al Cas!”

Otto giorni fa si è parlato del Consorzio all'Ars. E dei suoi 20 milioni di costi per personale.

Consorzio autostrade
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PALERMO – Martedì 4 aprile scorso, pomeriggio. In commissione Bilancio all’Ars si parla di autostrade siciliane. E di Cas, in particolare. Parla tra gli altri il presidente Rosario Faraci. Che passa in rassegna i numeri del Consorzio. Uno scatena il brusìo dei commissari. “Il personale del Cas costa 20 milioni circa”, dice Faraci. Che viene subito interrotto da una domanda: ma quanti sono i dipendenti? “Sono all’incirca 345”, risponde il presidente del Consorzio autostrade siciliane. E lì si scatena l’ilarità dei deputati. Qualcuno, lo si sente chiaramente nella diretta pubblicata su Youtube, commenta: “Anch’io voglio andare a lavorare al Cas!”.

E sì, perché 20 milioni diviso 345 fa 58mila euro. Una media niente male. Ora, le spese del Cas tornano sotto la lente di ingrandimento per un’inchiesta, quella della procura di Messina che oggi ha portato alla sospensione di alcuni dipendenti per fatti risalenti ad alcuni anni fa, sotto la precedente gestione. A pesare sul costo del personale, ha detto in commissione l’assessore Giovanni Pistorio anche la mancata informatizzazione dei caselli che comporta “un gravame di personale ingiustificato che gestisce un servizio arretrato”.

Otto giorni fa all’Ars, il tema è stato solo sfiorato. Faraci anzi ha spiegato che il Consorzio ha penuria di personale. Il tema principale della lunghissima seduta era il discusso progetto del governo, bocciato poi dalla commissione, di fusione con Anas che avrebbe riguardato tutte le autostrade siciliane.

L’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pistorio aveva parlato delle “difficoltà strutturali del consorzio” caldeggiando la soluzione proposta dal governo. Anche riportando le lamentele degli utenti. Il Cas ha delle entrate, spiegava Pistorio consegnando ai commissari un prospetto relativo al 2016, pari a novanta milioni di euro, ai quali vanno detratti 16 milioni di euro di Iva e 11 milioni che è il canone che il Cas deve all’Anas in ragione della concessione ministeriale. I costi nel 2016 ammontavano a 44 milioni. Restavano 19 milioni per la parte manutentiva, spiegava Pistorio, quando il Cas dovrebbe spendere intorno ai 30 milioni per questa voce.

Il Cas gestisce la Messina-Palermo (da Buonfornello a Messina), da cui incassa poco in termini di pedaggi, la Messina-Catania e il tratto funzionante della Siracusa-Gela, da cui per ora non incassa pedaggi. I lavori di completamento di questa autostrada sono gli appalti più importanti che il consorzio deve gestire. Pistorio ha parlato di “rischio costante di chiusura dei cantieri” sulla Siracusa-Gela, ricordando la collaborazione avviata con Anas su questo fronte.

Già nel maggio 2016 Pistorio aveva inviato ispettori al Cas. Le notizie dell’indagine della Dia sul Consorzio risalgono già al 2014, quando la Finanza aveva cominciato a passare al setaccio i rimborsi spese e le consulenze del Consorzio.

Il matrimonio tra Cas e Anas, bocciato in commissione, resta comunque all’ordine del giorno secondo il governo. Pistorio ancora oggi ha detto che la fusione con Cas potrà “finalmente garantire ai siciliani l’esercizio di un sistema autostradale moderno, efficiente e sicuro e la realizzazione, secondo criteri di massima trasparenza dei tratti ancora mancanti per la garanzia del pieno diritto delle mobilità di tutti i siciliani”. La partita è aperta e le azioni di lobbying sono in corso.

 


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