Comune in dissesto | Dipendenti senza stipendio - Live Sicilia

Comune in dissesto | Dipendenti senza stipendio

Il sindaco M5s, Ida Carmina (nella foto): mancano i trasferimenti di Stato e Regione.

Il caso a Porto Empedocle
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PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) – Senza stipendio da due mesi in un Comune con le casse vuote e un dissesto finanziario da affrontare. È il caso di Porto Empedocle, cittadina agrigentina che ha dovuto fare i conti con i debiti delle passate amministrazioni e con un commissariamento difficile cui è seguita la decisione del sindaco, Ida Carmina, di dichiarare il dissesto finanziario. Oggi i dipendenti del Comune, 117 su 155, scioperano davanti alla sede del Municipio per lanciare un appello alla Regione e allo Stato: l’obiettivo è porre la lente di ingrandimento su una situazione finanziaria che vede il Comune indebitato e senza soldi in cassa a causa dei ritardi dei trasferimenti da parte dei due enti.

I lavoratori chiedono che venga data priorità al pagamento degli stipendi: un appello che si è anche trasformato in una diffida nei confronti dell’amministrazione comunale, che in precedenza ha dato spazio ai pagamenti destinati alle ditte di raccolta rifiuti. Nei mesi scorsi, infatti, i debiti nei confronti delle ditte che gestiscono il servizio di raccolta dell’immondizia avevano portato allo sciopero dei netturbini e a conseguenti cumuli di rifiuti in strada. Colmata una falla, se ne apre un’altra. Adesso infatti, l’amministrazione comunale, a guida Cinquestelle, deve fare i conti con i dipendenti pubblici, che già la scorsa settimana si erano riuniti in un sit-in. Intanto il primo cittadino accusa la Regione di ritardi nei trasferimenti.

La situazione dovrebbe migliorare nelle prossime settimane, con l’arrivo della prima tranche di pagamenti che consentirà di pagare gli stipendi del mese di febbraio dei 155 dipendenti pubblici. Intanto Carmina deve fare i conti anche con le dimissioni, arrivate questa mattina, del vicesindaco Maria Calabrese, consegnate per motivi personali e professionali. E all’orizzonte si profila un rimpasto.

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