PALERMO- I familiari di un boss chiedono diritto di replica. Vogliono parlare agli studenti perché è davanti ai ragazzi dell’Istituto Majorana di Avola che sono stati tirati in ballo da un cronista.
Questi fatti, così come riportati in un articolo del Corriere della Sera. Polo Borrometi, direttore del sito “La Spia”, costretto a vivere sotto scorta per le minacce subite, tiene una lezione di legalità. Parla del boss Michele Crapula, condannato per mafia, e invita gli studenti a stare in guardia anche dai figli del mafioso “che ad Avola hanno un bar e un negozio di piante e fiori, gettonato per matrimoni e funerali”. Parole accompagnate dagli applausi.
Qualche giorno fa il preside Fabio Navanteri ha rcevuto una lettera dal difensore di Crapula, l’avvocato Antonio Campisi, che chiede il “diritto di replica” per i figli del boss. Cristiana e Desirè, così si chiamano, vengono descritti dal legale come “vittime innocenti dell’attacco di Borrometi, totalmente estranei alle accuse mosse al padre”. Borrometi replica sostenendo di avere solo citato il contenuto di atti giudiziari.
La questione, oltre a generare due esposti alle Procure di Catania e Siracusa, è approdata in Parlamento con i senatori del M5S che invocano l’intervento dei ministri dell’Interno Minniti e dell’Istruzione Fedeli pronta, quest’ultima, pronta ad esprimere “vicinanza e sostegno” all’iniziativa della scuola. Nel frattempo l’avvocato Campisi continua a parlare di “persecuzione nei confronti di due ragazzi senza colpa alcuna”.