PALERMO – “Ora capisco perché Giancarlo Cancelleri non ha mai parlato di Riccardo Pellegrino. Oggi abbiamo appreso di un rinvio a giudizio per Giacomo Li Destri, a processo tra le altre cose per associazione mafiosa. Considerato il referente di Cosa Nostra a Caltavuturo. Nell’ordinanza di custodia cautelare si descrive anche la sua caratura criminale. È lui il cugino di primo grado di un altro Giacomo Li Destri, candidato col Movimento cinque stelle. È lui l’imprenditore al quale è stata affidata la costruzione della cosiddetta ‘trazzera’”. Lo ha detto Claudio Fava nel corso di una conferenza stampa a Palermo.
“Va detto quindi che se c’è un candidato di Forza Italia con un fratello a processo, c’è anche un cugino di un candidato grillino con accuse molto gravi – ha aggiunto Fava -. Candidare il cugino di colui che è considerato il referente di Cosa nostra a Caltavuturo dimostra molta fantasia. Nessuno mette in dubbio l’onestà del candidato. Le carte hanno poi fatto emergere che i rapporti tra i due cugini sono concreti. E che il candidato si sarebbe rivolto ad alcune persone che avrebbero dovuto esimerlo dal pagamento del pizzo. E quelle persone sarebbero state indicate dallo stesso cugino sotto processo anche nel corso di un incontro tra i cugini e un’altra persona”.
“Queste cose emergono dalla semplice lettura delle carte, di documenti pubblici. Ora capisco perché Cancelleri non ha mai parlato di Pellegrino. Forse c’era un po’ di imbarazzo. Quando si parla di liste pulite non bisogna fermarsi ai carichi penali, ma anche ai rapporti” prosegue Fava nel corso della conferenza stampa. “Se mi avessero detto che un mio candidato aveva un cugino così, gli avrei chiesto di lasciare perdere. Quello che ho detto per Pellegrino vale ancora di più per un piccolo centro come Caltavuturo. Cancelleri era al corrente? Non lo so. Se non era al corrente è ancora più preoccupante. Se si vuole mettere la Sicilia nelle mani di chi non riesce ad andare oltre il casellario giudiziale, c’è da preoccuparsi davvero. In un Comune di tremila abitanti ritengo sia difficile che due cugini non si incontrino”.
Fava aggiunge: “Agli strateghi del voto utile che mi chiedevano di votare Cancelleri rispondo con queste notizie. Posso dire che a quattro giorni dal voto la nostra lista è l’unica dalla quale ci si possa sentire rasserenato? Il Movimento garanzia della lotta alla mafia? Conosco anche a Roma colleghi validissimi e altri che hanno usato il tema per fare politica. Penso che ci sia anche da parte loro una sottovalutazione del tema e del fatto che la mafia sia un convitato di pietra anche in queste elezioni. Mi sarei aspettato qualcosa di più del ‘no Mafia’. Sulla frase di Grillo secondo cui la mafia ha una sua morale da Cancelleri mi sarei aspettato: ‘Non sono d’accordo’. E invece niente. Io non penso che loro siano collusi, ma distratti. Credo che non abbiano idea di cosa sia successo in trent’anni. La mafia non è un tema letterario. La mafia non è nel programma perché è una precondizione? E grazie… lo sappiamo tutti. Ma non possiamo fermarci lì”.
Fava interviene poi sulla vicenda dell’assessore designato dal Movimento cinque stelle autore di alcuni insulti anche al capogruppo Pd Rosato: “Se si va un censimento di certi post… Ma è tutta una questione di atteggiamenti. Sono sempre tweet infelici? Non mi fido di fronte a un candidato presidente che di fronte a un comportamento così miserabile non dice: ‘Vattene’. Crocetta lo fece almeno con Battiato. Perché dovrei fidarmi di queste persone più ad esempio di assessori di Cuffaro? Chi dice che quegli assessori sono migliori?”.
“È anche una questione di atteggiamento- prosegue – È inutile ad esempio chiedere l’intervento dell’Osce. Che intervengono nelle cabine elettorali in paesi del Medio Oriente per sapere se il voto è libero. Qua il condizionamento avviene in altre fasi. Cosa dovrebbe fare l’Osce? Quella è una goliardata. E invece loro non si accorgono del cugino del candidato con quella storia. E se invece se ne accorgono, capisco il loro silenzio su Pellegrino”.
AGGIORNAMENTO
”Siccome la macchina del fango si è già attivata, deve essere chiara una cosa: non ho più rapporti con mio cugino da quasi trent’anni per motivi familiari che chiedo a tutti di rispettare. Lui è stato coinvolto nell’inchiesta ‘Black cat’ e dagli stessi atti emerge come lui stesso chieda notizie di me ad altre persone”. Lo scrive su Facebook Giacomo Li Destri, candidato alle regionali nella lista del M5s tirato in ballo dal candidato governatore Claudio Fava in quanto cugino dell’omonimo presunto mafioso sotto processo perchè considerato uomo di Cosa nostra a Caltavuturo (Pa). Lo scorso luglio il pm ha chiesto 14 anni di reclusione per Li Destri. ”Non ho mai pagato, né tantomeno mi è mai stato chiesto ‘pizzo’ in alcuna forma – prosegue Li Destri – Per un semplice motivo: avrei subito denunciato. E questo è stato messo anche a verbale di fronte ai carabinieri. La mia azienda ha il certificato antimafia ed è nella ‘White list’ della prefettura. Non ho nulla da nascondere, né posso certo rispondere io di eventuali colpe di altri. Non sarà qualche schizzo di fango ad arrestare la riscossa del popolo siciliano”.
E ancora: “Sono stato sentito dai carabinieri immediatamente dopo l’arresto di mio cugino. A loro ho confermato di non avere più rapporti con lui da quasi trent’anni. È tutto a verbale, Fava può andare a cercarselo. Così come non gli può sfuggire che, se così non fosse, sarei stato denunciato per aver detto il falso. È evidente l’intento diffamatorio delle frasi di Fava per questo ho dato mandato ai miei legali di querelarlo”. Così, su facebook, il candidato M5S in Sicilia Giacomo Li Destri replica a Claudio Fava.
La nota di Cancelleri
“Dispiace che Fava si presti alla macchina del fango a servizio di Musumeci e dei suoi impresentabili. E dispiace ancora di più che lo faccia con evidente dolo”. Lo scrive su Facebook il candidato alla presidenza del M5S Giancarlo Cancelleri. “Li Destri infatti ha messo a verbale di non aver né pagato, né ricevuto richieste di pizzo ed è soprattutto noto a tutti che non è mai stato incriminato per favoreggiamento – aggiunge -. Fava conosce benissimo l’orientamento ormai consolidato negli anni della procura di Palermo, la stessa che ha istruito il processo, di denunciare chi nega il pagamento del pizzo e siccome Li Destri non è stato incriminato ciò che sostiene Fava è falso. Solo fango!”.