PALERMO – La corsa di Fabrizio Micari alla Presidenza della Regione finisce con un terzo posto. Mentre ancora in tutte le province continua lo spoglio delle ultime sezioni, ormai l’ex candidato presidente per il centrosinistra ha rotto il silenzio all’arrivo dei dati parziali che lo vedono terzo, attualmente con poco meno del 19 per cento, dietro a Giancarlo Cancelleri e Nello Musumeci. “Ho aspettato di avere dei dati consolidati prima di fare qualsiasi commento – ha detto Micari parlando al suo comitato elettorale – e per prima cosa voglio ringraziare i circa 300 mila siciliani che mi hanno votato e tutto lo staff che mi ha dato una mano in questa campagna elettorale”.
Dopo i dovuti ringraziamenti Micari ha fatto una lunga analisi dei risultati, sempre parziali, ma ormai indicativi dell’esito delle elezioni: “Voglio evidenziare due dati – ha detto – il primo è la differenza tra il mio risultato e quello della coalizione che mi ha appoggiato. Questo significa che in tanti hanno votato per le liste ma non per me. Il secondo è che la sinistra, ovvero il candidato Fava, ottiene un sei per cento come presidente e la sua lista arriva a poco più del 5 per cento”. Fabrizio Micari “tradito” dal voto disgiunto. Il candidato del centrosinistra registra sette punti in meno della sua coalizione; e sette punti sono quelli che Giancarlo Cancelleri ha in più rispetto alla lista del M5s.
Insomma, il senso del discorso di Micari è anche che le divisioni hanno fortemente penalizzato il risultato favorendo il centrodestra. Ma non solo: “Sommando il nostro risultato con quello di Fava è chiaro però che non avremmo comunque vinto – ha detto. – Abbiamo indubbiamente pagato la cattiva amministrazione del governo Crocetta, i siciliani hanno espresso un giudizio chiaramente negativo sull’ex governatore”.
Una lunga riflessione quella del rettore, in cui ha tentato di spiegare anche il successo di Nello Musumeci: “Il risultato del centrodestra in questi cinque anni non è cambiato, ha mantenuto il suo 40 per cento – ha sottolineato Micari – la grande differenza è che nel 2012 se lo sono diviso Miccichè e Musumeci, quest’anno si sono presentati uniti ed hanno vinto”.
“La mia vita è all’università – conclude Micari – ho sempre lavorato per i ragazzi. Ho creduto in questo progetto affascinante perché lo consideravo ‘la fase due’. Ritorno alla mia attività che è quella di formare i giovani”.

