PALERMO – Prosciolto dal reato di bancarotta fraudolenta. Cade in udienza preliminare l’accusa nei confronti di Pietro Rao, ex presidente del Consiglio di amministrazione della società Lavoro Sicilia Spa.
Il processo nasceva dalla decisione, presa nel 2010, di dare il via libera a progressioni verticali ed aumenti di stipendio in favore del personale della società in house. Decisione che avrebbe provocato il collasso dei conti di Lavoro Sicilia. Una tesi sempre respinta dal legale della difesa, l’avvocato Cristiano Galfano.
La sentenza penale rischia di avere ripercussioni anche in sede contabile. Rao, infatti, è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti a risarcire la somma di 126 mila euro. Le promozioni sarebbero state decise violando una delibera della Giunta regionale che prevedeva il contenimento dei costi. Un tema su cui, però, si è pronunciato in maniera opposta il Consiglio di Stato, superando un conflitto giurisprudenziale.