PALERMO – Rimangono in stato di agitazione i dipendenti del comune di Palermo. L’incontro di ieri sera fra sindacati e il segretario generale Giuseppe Vella e il ragioniere generale Bohuslav Basile sulla spinosa questione della restituzione delle indennità da videoterminale percepite dagli addetti del Comune fino al 2007 non è stata risolta: chi ha ricevuto la diffida di pagamento per migliaia di euro sarà tenuto a restituire le somme. “Al momento le richieste sono pervenute solo ai dipendenti ormai in pensione – fanno sapere i sindacati -“, ma sarebbero già sul punto di partire anche le note per i dipendenti ancora in attività. La settimana scorsa le parti sociali si erano appellate al Comune chiedendo l’applicazione del decreto “Salva Roma”, una norma che consente la cancellazione di tutti i debiti per somme erroneamente pagate dalle amministrazioni fino al 2012, richiesta che nell’incontro di ieri però il Segretario generale ha rispedito al mittente, “In questo caso non è applicabile – avrebbe detto -”.
“La riunione è stata sostanzialmente inutile – dice Paola Caselli della Cgil – i vertici del Comune si sono presentati sprovvisti della documentazione necessaria per spiegare il motivo di questa inapplicabilità. Inoltre non è stato possibile visionare la relazione di risposta alle osservazioni del Mef, chi di dovere non la ha nemmeno ultimata”. La richiesta di restituzione, infatti, è partita proprio per cercare di mettere una pezza ad una delle 46 irregolarità riscontrate dagli ispettori del Ministero. Ma quella delle indennità da videoterminale non sarebbe l’unica rispetto a somme indebitamente erogate e che mettono in difficolta i dipendenti comunali. Il Comune dovrà rispondere anche sulla questione dei proventi per scatti di progressione orizzontale e sulle stabilizzazioni già attuate e quelle in programma. “Al momento rimane in vigore lo stato di agitazione – sottolinea Caselli – fino a quando non potremo visionare tutta la documentazione richiesta e non conosceremo le reali intenzioni dell’Amministrazione in merito anche alle altre due delicatissime questioni sul tavolo, non è possibile abbassare la guardia. Diciamo basta alla decisioni unilaterali che mettono le mani nelle tasche dei lavoratori”. Per Nicola Scaglione del Csa la responsabilità sarebbe da attribuire principalmente agli ispettori del Mef: “Nella relazione evidenziamo delle osservazioni a nostro avviso non corrette e non in linea con le normative vigenti. Nell’attribuire le indennità infatti sono stati rispettati tutti i canoni. La nostra battaglia non sarà contro il Comune, anzi noi vogliamo essere alleati dell’Amministrazione per risolvere la situazione e trovare una soluzione che tuteli i lavoratori. Per fare questo dobbiamo però essere coinvolti anche nelle controdeduzioni che il Comune manderà in risposta alla relazione del Ministero”.
Intanto i sindacati fanno sapere però di aver già avviato le procedure per gli eventuali ricorsi che potrebbero basarsi su due aspetti: le somme richieste sono state erogate più di dieci anni fa e le modalità di restituzione, che prevedono anche una rateizzazione, non potrebbero superare il quinto dello stipendio.