PALERMO – Da Porta nuova a Resuttana. Gli affari legano i mandamenti mafiosi. A gestirne una grossa fetta sarebbe stato Giuseppe Corona. Il suo nome apre l’elenco degli arrestati nel blitz dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Ventotto le persone coinvolte, fra carcere e domiciliari, una ventina quelle raggiunge da una misura cautelare alternativa. È un’inchiesta che punta alla cassa dei clan mafiosi quella coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis. I finanzieri guidati dal tenente colonnello Saverio Angiulli, hanno notificato un’ordinanza di arresti domiciliari firmata dal Gip Antonella Consiglio anche all’avvocato Nico Riccobene, già indagato nei mesi scorsi.
Montagne di soldi, accumulati soprattutto con la droga, vengono riciclati investendoli in nuove attività commerciali. Nelle recenti informative antimafia il nome di Corona era emerso a più riprese. Suo padre fu ucciso per contrasti interni alla cosche mentre. Lui è stato condannato da giovane per avere ammazzato un coetaneo al culmine di una banale lite per un braccialetto. In carcere Corona c’è rimasto per quasi diciassette anni fino al 2011. Quando è uscito ha cominciato a fare investimenti in bar, centri scommesse e tabaccherie.
È stato descritto come l’uomo degli affari del potentato mafioso dei Madonia. Uno “che ha i soldi” e che non li ha fatti mai mancare alla gente che conta. Come Gregorio Palazzotto, oggi detenuto, pezzo grosso all’Acquasanta fino al suo arresto nel blitz Apocalisse. C’è una conversazione in carcere che confermerebbe la stima, e non solo, di cui godeva Corona. Quando andarono a chiedere il pizzo a “Giuseppe… Corona… questo è quello del tabacchino della via Sampolo…”, Gregorio Palazzoto tagliò corto: “…lascia perdere…quello mio fratello è… quello con noi altri è… quello appartiene a noi altri…”. Lo stesso Palazzotto che chiedeva alla compagna: “… ma mio fratello si è fatto vedere?…”. “…sempre… la frutta, le cose… l’unico… l’unico…”, rispondeva la donna. Il pentito Giovanni Vitale, deponendo al processo ” Apocalisse”, ha detto che a Corona è anche affidato il controllo delle scommesse all’Ippodromo dopo che Giovanni Niosi era stato messo da parte.
“IO SONO PER LA CRIMINALITA'” – LE INTERCETTAZIONI DEL BLITZ
Corona è il personaggio principale del blitz che raggiunge altre decine di persone che si sono occupate di pizzo e droga. Eseguiti numeri sequestri di negozi e immobili.
“L’aspetto più rilevante di questa inchiesta è certamente quello legato alle attività imprenditoriali e commerciali sequestrate perché strumento di riciclaggio e oggetto di intestazione fittizia”. Così il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha commentato l’indagine. “Corona – ha spiegato il magistrato – si prestava a gestire e ripulire il denaro che proveniva dalle casse di diversi ‘mandamenti’ mafiosi e il proprio attraverso un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio che passava per attività commerciali e imprenditoriali”. Corona era anche il punto di riferimento delle “famiglie” nel traffico della droga. “Colpendo i patrimoni ed eliminando le risorse finanziarie i mafiosi si trovano in difficoltà sia nel riorganizzare i traffici che nel finanziare la struttura”, ha aggiunto Lo Voi.