Russo resta in carcere: voti "mafiosi" ma non regge il concorso esterno - Live Sicilia

Russo resta in carcere: voti “mafiosi” ma non regge il concorso esterno

Mimmo Russo
La decisione del Riesame

PALERMO – Mimmo Russo resta in carcere, ma il Tribunale del riesame annulla l’ordinanza di custodia cautelare nella parte del concorso esterno in associazione mafiosa.

Voto di scambio politico-mafioso

Reggono le ipotesi di voto di scambio elettorale politico-mafioso e due presunti episodi di corruzione, ma non l’accusa che l’ex consigliere comunale sia stato un concorrente esterno a Cosa Nostra.

Secondo la Procura, avrebbe rafforzato prestigio e potere dell’associazione mafiosa in un ampio arco temporale divenendo il referente politico dei boss di diversi mandamenti.

Gli avvocati Raffaele Bonsignore e Antonio Gargano

Si tratta della parte relativa ai favori che avrebbe fatto ai mafiosi tramite il suo Caf nel rione Borgo Vecchio e le assunzioni degli ex Pip nella cooperativa Social Trinacria.

“Non avevo alcun potere”, ha detto Russo nel corso dell’interrogatorio di garanzia accompagnato dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Antonio Gargano.

Lo scambio elettorale politico-mafioso riguarda i rapporti che Russo ha avuto con il capomafia dello Zen Sandro Diele. Sono stati intercettati mentre parlavano di soldi e voti.

“L’accordo con il faccendiere”

Hanno retto le ipotesi di corruzione contestate in concorso con il faccendiere Achille Andò. Quest’ultimo gli avrebbe promesso appoggio elettorale in cambio del suo interessamento per due pratiche: tentare di sbloccare l’autorizzazione per un nuovo centro commerciale a Brancaccio e modificare la destinazione d’uso di un terreno agricolo nella zona di Altarello di Baida (ad Andò la misura cautelare degli arresti domiciliari è stata sostituita con l’obbligo di presentazione in caserma).

Cade l’estorsione al professionista

Annullata l’ordinanza di custodia cautelare nella parte in cui a Russo veniva contestato di avere esercitato pressioni assieme a Gregorio Marchese, anche lui sotto inchiesta, affinché un professionista rinunciasse a novemila euro di parcella per la consulenza resa alla Sipet, la società che gestisce l’ippodromo di Palermo. Secondo l’accusa, il pubblicitario si sarebbe accontentato di appena mille euro.

Alla vigilia della campagna elettorale del 2022 – anno in cui a Mimmo Russo, candidato per Fratelli d’Italia, non bastarono 805 voti per farsi rieleggere – l’ex consigliere avrebbe siglato un patto con due bagheresi: Francesco Tomasello e Antonio Prestigiacomo.

Sarebbero stati questi ultimi, pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale, a mettere a disposizione di Mimmo Russo un pacchetto di assunzioni in alcuni market con insegna Conad di prossima apertura.

L’iniziale ipotesi di traffico influenze con l’aggravante mafiosa è stato riqualificato dal Riesame in corruzione per esercizio della propria funzione (senza aggravante di mafia). L’ombra mafiosa resta pensante nei rapporti con il boss Diele e gli incontri elettorali in un bar.


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