Banda di rapinatori con ipnosi | Scatta il blitz con sei arresti - Live Sicilia

Banda di rapinatori con ipnosi | Scatta il blitz con sei arresti

Il finto marinaio, il denaro strofinato addosso: scene da film per spillare soldi alle vittime.

Tra Palermo e Messina
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BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Rapina con ipnosi ai danni di anziani. Con tecniche collaudate, un gruppo di palermitani avrebbe alleggerito di denaro contante una serie di vittime cadute nella loro trappola a Barcellona Pozzo di Gotto. Con questa accusa i carabinieri hanno eseguito a Messina e Palermo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Barcellona, su richiesta della Procura nei confronti di sei persone ritenute responsabili – a vario titolo – di rapina aggravata in concorso mediante l’ipnosi delle vittime.

I casi sembrano usciti da una sceneggiatura cinematografica, come osserva il procuratore capo di Barcellona Emanuele Criscenti. Ognuno aveva la sua parte in commedia. C’era quello che faceva il marinaio che sbarca e cerca un vecchio amico per dargli dei soldi. Un altro si avvicinava e diceva di poter dare una mano. In mezzo finiva l’anziano di turno, solo. Alla vittima venivano mostrati dei soldi o dei gioielli falsi. E lì scattava l’ipnosi. Le vittime percepivano un intenso “profumo” che unito ad altre tecniche di manipolazione ipnotica – tra le altre cose in certi casi veniva strofinato sulla pelle del denaro – li induceva in stato confusionale e venivano persuase a recarsi presso la propria abitazione o nei propri istituti di credito al fine di procurarsi il denaro che consegnavano ai malfattori. Gli arrestati  nell’operazione, denominata “Hypnose”, sono Giovanni Salafia, 27 anni, Michele Faija, 59, Gaetano Talamanca, 51, Matteo Li Causi 49, Giuseppe Immesi, 68. Il sesto è tutt’ora ricercato. Alcuni hanno precedenti specifici. E qualcuno di loro era già finiti agli arresti in flagranza di reato per reati analoghi. “Ci siamo convinti di contestare la rapina perché abbiamo ritenuto provata la violenza, altri uffici in questi casi hanno contestato la truffa”, spiega il procuratore. Che ricorda come casi di questo tipo non siano così rari, ma ci siano diversi precedenti.

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