PALERMO – I due cugini andavano a braccetto. Leandro e Giuseppe Greco si muovevano assieme nella stagione della riorganizzazione di Cosa Nostra. Il primo, appena ventottenne, è stato arrestato perché ha partecipato alla nuova cupola con il ruolo di capo mandamento di Ciaculli. Il secondo, che di anni ne ha 61, è citato più volte nelle carte delle recenti inchieste.
Il nonno di Leandro era Michele Greco, il papa. Il padre di Giuseppe era Salvatore Greco, soprannominato il senatore per la sua capacità di dialogare con i politici, fratello di Michele. Leandro Greco, si legge negli atti che hanno portato al suo arresto, avrebbe esercitato “un controllo diffuso e capillare sul territorio del mandamento di Ciaculli e mantenendo contatti con uomini d’onore del medesimo mandamento, tra i quali Giuseppe Greco”.
Il boss di Villabate e neo collaboratore di giustizia Francesco Colletti ha raccontato di avere partecipato ad alcuni incontri con Leandro Greco, ai quali partecipò anche Giuseppe. E li ha riconosciuti entrambi in fotografia. Erano incontri di mafia, nel corso dei quali, ad esempio, il giovane Greco aveva convocato Colletti per discutere dei confini tra i territori di Ciaculli e Villabate. Il capo mandamento di Ciaculli aveva la supervisione anche sul popoloso centro alle porte di Palermo. Il nome di Giuseppe Greco compariva già in un rapporto del 1982 come “uno dei più attivi membri della cosca di Ciaculli Croceverde Giardini”.
Leandro e Giuseppe Greco si muovevano assieme non solo a Palermo. Nell’ottobre 2017 i due cugini raggiunsero in macchina per alcuni affari finora oscuri. Avevano preso un’auto a noleggio che avrebbero parcheggiato in un garage “neanche per farla vedere”. Giunsero a Rosarno, dove li raggiunsero delle persone non identificate. Pranzarono insieme. Dalla successiva conversazione, captata durante il viaggio di ritorno in Sicilia, emergeva che era stato Giuseppe Greco ad allontanarsi con un soggetto “un po’ spreparato…. una mina vagante era”.
In ogni caso era una “strada questa per tanti motivi che dobbiamo andarci con il versiceddu e mantenere…e poi quello che dobbiamo fare in tutti i modi di riuscire a sfondare a fare business… a me mi interessa stringere con questi… e te l’ho detto il perché… mi piacerebbe che si creasse un sodalizio”. L’importante era che “minchiate non ne dobbiamo fare più… Miché …”. Forse il cugino Leandro, detto Michele, aveva commesso degli errori in passato”. Di quali affari stessero parlando è uno dei tanti misteri ancora da chiarire nella nuova mafia.