PALERMO – La nuova giunta si insedia e la maggioranza del sindaco Orlando traballa. Questa mattina a Palazzo delle Aquile il Professore ha fatto giurare i suoi nuovi assessori ma, mentre la cerimonia tra fotografie e frasi di rito si svolgeva nella sala rossa, accanto a Sala delle Lapidi andava in scena l’ennesimo psicodramma della maggioranza.
Il capogruppo del Mov139, Sandro Terrani, ha infatti presentato una pregiudiziale per chiedere la presenza in Aula degli uffici e degli assessori per discutere il caso Amap, ma la sua stessa maggioranza ha votato contro mentre Terrani ha incassato l’appoggio delle opposizioni: uno scenario che certifica le profonde divisioni degli orlandiani che rischiano di esplodere proprio con la nuova giunta. “E’ evidente che una parte del consiglio comunale non ha assolutamente capito la gravità della situazione che, se non affrontata immediatamente, potrebbe creare un problema sociale ed occupazionale dei lavoratori Amap”, dice Terrani che ha incassato la solidarietà del capogruppo Pd Dario Chinnici. “Al termine della seduta si è tenuta una riunione di maggioranza – continua il capogruppo del Mov139 – ed è emerso che l’ala zingarettiana del Pd, che esprime due presidenze di commissione, non si sente più parte della maggioranza e voterà secondo coscienza. Confido nel buon senso e ho fiducia nel sindaco perché risolva la situazione”.
E in effetti la maggioranza non deve fare i conti solo con il caso Amap: Giovanni Lo Cascio e Rosario Arcoleo, consiglieri del Pd vicini rispettivamente a Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici, da settimane manifestano malumori nei confronti dell’amministrazione e del partito per l’indicazione di un nome in giunta non gradito alla loro area. I due consiglieri nelle ultime settimane spesso sono usciti dall’Aula o non hanno preso parte alle votazioni e il loro mal di pancia crea un problema enorme alla maggioranza che, già oggi, fa un’enorme fatica a garantire i numeri in Aula.
“Il percorso intrapreso nel 2017 si è trasformato in una cosa che non riconosciamo – dice Arcoleo – Percorso che vede sempre più l’amministrazione lontana dai cittadini. Avevamo chiesto una scelta condivisa con tutte le anime del Pd e a questo punto voteremo soltanto gli atti che riterremo utili per Palermo. Non ci sentiamo più parte integrante della maggioranza”.
Più sfumata, ma ugualmente dura, la posizione di Lo Cascio che non parla apertamente di uscita dalla maggioranza: “Orlando ha sbagliato a non confrontarsi con i consiglieri comunali del Pd prima del rimpasto della giunta così come avevo chiesto. Ha incontrato Davide Faraone e Dario Chinnici che non rappresentano il Pd ma solo la corrente di Renzi e pertanto non mi sento rappresentato dagli assessori Fabio Giambrone e Roberto D’Agostino, iscritti al Pd e che hanno sostenuto Faraone al congresso regionale. Ho chiesto più volte al sindaco Orlando un incontro per discutere del rilascio del programma per la città senza ricevere risposta e ne prendo atto. In attesa che i prossimi congressi territoriali del Pd decidano la linea da tenere nei confronti della giunta Orlando, voterò solo gli atti che riterrò utili per Palermo”.
Adesso toccherà proprio a Giambrone, che ha la delega per i rapporti col consiglio, ma anche al presidente del consiglio, Totò Orlando, dipanare la matassa e trovare una soluzione per tenere in piedi la maggioranza.