Con l’estate alle porte torna a suonare l’allarme per i siti archeologici, monumentali e museali in Sicilia. Non c’è certezza, infatti sull’apertura domenicale e nel festivi dei siti, che rischiano di restare chiusi ai turisti nel periodo di maggiore afflusso. Lo denuncia il sindacato Sadirs: “Come di consuetudine il personale turnista alle porte della stagione estiva si trova ad avere esaurito quelli che sono i limiti giustamente imposti dal contratto di lavoro (17 domeniche e quattro festività nazionali nell’arco dell’anno solare)”. Così Giuseppe Di Paola e Giuseppe Salerno, coordinatore e segretario regionali del sindacato autonomo.
Il rischio che i visitatori trovino chiuso è tutt’altro che ipotetico secondo il sindacato. “La mancata programmazione da parte del Dipartimento e dei vari capi d’istituto sommata alla oramai insostenibile carenza di personale addetto, provocheranno inevitabilmente la chiusura dei siti nelle giornate festive da ora sino a dicembre – dicono Di Paola e Salerno –. Lo scorso anno si era corsi ai ripari con un fantomatico piano di emergenza per le aperture festive finanziato con una parte degli introiti dei biglietti, e ancora oggi non pagato ai dipendenti che si sono offerti volontariamente di superare il limite contrattuale”.
“La mancanza di una programmazione da parte del Dipartimento, per potere mantenere degli standard di fruizione e vigilanza adeguati ai flussi turistici che in questo periodo dell’anno diventano fortunatamente sempre più consistenti, non può che appesantire questa situazione”, accusano i sindacalisti che lamentano una carenza d’attenzione da parte dell’assessore (al momento, dopo la tragica scomparsa di Sebastiano Tusa, la carica è ricoperta dal presidente della Regione) e della dirigenza. E così Sadirs proclama lo stato di agitazione del personale aderente “riservandosi altresì ulteriori forme di protesta che potrebbero sfociare in una giornata di sciopero”.
“Il 12 giugno avremo un incontro al dipartimento sulla programmazione 2019, sembra assurdo che ci si arrivi a giugno ma è così”, racconta Michele D’Amico dei Cobas-Codir. “Lo avremo sempre questo problema, finché non si sopperisce alla carenza d’organico, che è stata fotografata in una delibera di giunta dell’anno scorso. Servono i concorsi”.
L’emergenza non è certo una novità Già l’anno scorso alcuni importanti siti culturali (da Palazzo Abatellis al sito archeologico di Segesta) dovettero chiudere i battenti per i festivi per un certo periodo. “Va rilevata la carenza di personale, che deve lavorare su tre turni. Sono un migliaio, dovrebbero essere il doppio”, dice Di Paola.