"No a Miccichè e no alla destra |E all’Ars restiamo all’opposizione" - Live Sicilia

“No a Miccichè e no alla destra |E all’Ars restiamo all’opposizione”

Il capogruppo di Sicilia Futura D'Agostino: "Siamo stati eletti con un coalizione e ci restiamo. Il Pd ha sbagliato. Ma guardiamo al centrosinistra"

“Una cosa è avere un giudizio critico sulle recenti scelte del Pd, altra cosa è pensare di rivedere la nostra collocazione politica. È normale, poi, che la gente ci consideri dei voltagabbana. Ma noi all’Ars siamo e restiamo all’opposizione”. Il capogruppo di Sicilia Futura a Sala d’Ercole, Nicola D’Agostino, frena e contrattacca. Non lo hanno convinto le parole a LiveSicilia del segretario regionale del suo partito Beppe Picciolo e del fondatore del movimento Totò Cardinale. 

Insomma, onorevole, lei non sembra convinto di questa scelta di avvicinarsi al centrodestra, magari dentro questa casa dei moderati di cui si parla e che sarebbe ‘sponsorizzata’ dal coordinatore di Forza Italia Miccichè.
“Non ne sono convinto, non capisco soprattutto che fretta ci sia. Condivido, nelle parole di Picciolo e Cardinale, la valutazione sulle ultime scelte del Partito democratico nei nostri confronti: c’è stata poca riconoscenza e scarsa considerazione. Ma da qui ad andare oltre…”.

Micciché dopo le elezioni europee ha ringraziato apertamente Sicilia Futura. Così, molti hanno pensato: ecco che la maggioranza di Musumeci guadagna altri due deputati.
“Tamajo non ha fatto mistero di aver votato anche per Forza Italia, come Picciolo e Cardinale. Ma è una vicenda elettorale. Io e Tamajo non abbiamo mai valutato l’idea di passare dall’altra parte. Siamo stati votati in un’altra coalizione e ci rimaniamo. Tra l’altro, non credo che ci siano motivi per appoggiare l’altra coalizione”.

In che senso?
“Non mi sembra che né l’azione politica, né l’attività amministrativa del governo Musumeci stiano brillando. Insomma, mi sembra che oggi nulla possa incidere sui nostri convincimenti”.

Eppure, Picciolo e Cardinale sembra vogliano accogliere l’invito di Micciché.
“Intanto posso assicurare che né io, né Tamajo abbiamo alcuna intenzione di aderire a Forza Italia. E come le dicevo, tutto mi sembra eccessivamente affrettato”.

Perché?
“Perché le opzioni politiche prima si guardano, poi si valutano. E se guardo a destra, oggi in questo Paese, sinceramente non trovo nulla di affascinante. Anzi vedo Salvini, un orrore…”.

È possibile che tra i motivi dello strappo col Pd di cui parlano Picciolo e Cardinale e del conseguente avvicinamento al centrodestra possano esserci anche vicende, per così dire, personali: la mancata candidatura di Sudano alle Europee che avrebbe consentito l’elezione di Picciolo a Montecitorio, e il comportamento del Pd nei confronti di Daniela Cardinale.
“In questo senso, capirei forse i risentimenti di Beppe Picciolo, un po’ meno quelli di Totò Cardinale, visto che sua figlia Daniela è stata eletta ed è tuttora in Parlamento. Se si tolgono di mezzo queste questioni personali, però, non resta molto: altra cosa è la strategia politica. E oggi, le ripeto, non vedo motivazioni sufficienti a spingerci a cambiare collocazione”.

Non crede sia una motivazione politica la “svolta a sinistra” del Pd, di cui parlano Picciolo e Cardinale?
“Svolta a sinistra? Non sempre le cose sono come sembrano. Prima sarebbe utile vedere cosa succede nel centrosinistra e quali saranno le dinamiche del ‘nuovo Pd’. Compresi i rapporti che vorrà instaurare con chi è reduce dalle elezioni politiche”.

Insomma, allora qual è il motivo di questa accelerazione?
“Non lo capisco, appunto. Non capisco questa premura. A meno che non si tratti di una semplice operazione di poltrone e potere”.

La solita, ricorrente storia dei cambiacasacca nella politica siciliana…
“Beh, devo dire che se Picciolo e Cardinale la mettono su questo piano, tutto rischia di apparire assai sgradevole”.

C’è un modo secondo lei perché questa operazione possa non essere giudicata come l’ennesimo esempio di trasformismo?
“Ci sarebbe un modo: se il percorso di riposizionamento fosse quantomeno sostenuto da argomenti seri, tutto sarebbe diverso. Ma io di argomenti seri per giustificare questa scelta ancora non ne ho visti”.

Lei dice: all’Ars siamo all’opposizione. Però in questo anno e mezzo, quasi sempre la maggioranza di Musumeci ha potuto contare anche sui vostri voti.
“Una cosa è votare con senso di responsabilità atti o provvedimenti che ci convincono, altra cosa è riposizionarci politicamente. Forse, semmai, siamo stati un po’ ingenui. Mentre altri votano di nascosto a favore di Musumeci, noi l’abbiamo fatto in maniera trasparente”.

Intanto, c’è già qualche esponente del Pd che ha “saltato il fosso”: è il caso di Luisa Lantieri. Che ne pensa?
“Penso che oggi il Pd è spento, senza idee e non offre prospettive a chi sta dentro il partito. E non è nemmeno una forza in grado di accogliere oggi chi non può stare a destra. Così, è anche normale che qualche deputato abbia dei dubbi, che voglia capire dove si sta andando”.

Così, siamo al paradosso: proprio nel momento in cui il segretario regionale del Pd è Davide Faraone, il maggiore sponsor dell’accordo con voi di Sicilia Futura, voi di Sicilia Futura criticate il Pd.
“Questa condizione è la conferma dello stato di confusione che regna tra i Dem. E anche dell’incapacità di indicare una prospettiva. Lo stesso Faraone, purtroppo, non è stato in grado di dare certezza a un percorso. Per il Pd, prima ancora che per Sicilia Futura. E anche la vicenda del possibile commissariamento non è un bel vedere”.

Provo a sintetizzare: se non ho capito male, mentre il suo segretario Picciolo auspica la nascita di una creatura di moderati anche con pezzi di centrodestra, lei auspica che possa essere rilanciata la coalizione di centrosinistra? È così?
“Diciamo che è così. Devo sperare che ci sia voglia di organizzare una alternativa netta, convincente e autorevole che si frapponga a questo vento di destra pericoloso e qualunquista. Occorre recuperare credibilità, e mettere a disposizione idee e linguaggi più attuali”.

Secondo lei questo è possibile nel centrosinistra?
“Io ho il dovere di lavorare all’interno di una coalizione che ho sostenuto per tanti anni e per la quale mi sono candidato. Poi, se domani questa coalizione dovesse imboccare un sentiero incompatibile con la mia visione e la mia storia politica, o se ci sarà qualche chiusura o qualche pregiudizio nei nostri confronti, vedremo. Ma intanto evitiamo di commettere l’errore più grave”.

Quale sarebbe?
“Quello di farci lusingare dalle sirene del potere e rischiare di apparire né più né meno che dei cambiacasacca”.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI