CATANIA – I soldi ci sono. Sono arrivati dopo un’estenuante battaglia intrapresa dai sindacati – in primis – e poi dai vertici del teatro. Eppure, a sorpresa la stagione estiva del teatro Massimo Bellini non verrà allestita per intero. E ciò accade nonostante i 4 milioni di euro ripristinati nell’ultima manovra finanziaria, risorse che andranno a sommarsi agli stanziamenti già approvati, per un totale di oltre 13 milioni di euro. Quello che manca è infatti il nuovo bilancio aggiornato e approvato. Ecco dunque che alcuni spettacoli sono comunque saltati dalla programmazione artistica, già peraltro iniziata con il concerto di Uto Ughi. Un paradosso che negli ultimi giorni ha scatenato polemiche e malumori. E diverse reazioni fra cui quella del deputato all’Ars Anthony Barbagallo. Nel dettaglio, la stagione avrebbe dovuto inizialmente concludersi il 3 agosto con il concerto di Noa. Ma si fermerà invece al 6 luglio con il concerto Carmina Burana di Carl Orff al teatro antico. Per la realizzazione è stata infine predisposta una somma di 250 mila euro, a fronte del costo totale di 500 mila euro effettivamente necessario. Soldi che, come detto, sono ora in cassa.
A monte un impasse tecnico generato dai conti dei bilanci provvisionali, appunto, che non sarebbero stati aggiornati e presentati per tempo dai vertici del teatro. Ma non per inadempienza, stando a quanto spiega invece il sovrintendente dell’ente lirico Roberto Grossi: “Si è trattata di una situazione contingente – precisa – Noi abbiamo allestito una stagione estiva che risente ancora del vecchio bilancio ordinatorio del triennio 17-18-19. Vale a dire che rispetto alla triennalità non è stato possibile andare oltre quei limiti. Proprio nell’ambito dell’annualità (2018) scontiamo ancora la carenza di finanziamenti derivante dal taglio dei 4 milioni di euro. Finora siamo riusciti a garantire una stagione di qualità con grande risultati, dalla stagione sinfonica all’ultimo successo del concerto di Uto Ughi. Ma ci siamo trovati a fare i conti con la quota riferita al 2018 della vecchia finanziaria. Con il nuovo bilancio le cose cambieranno perché rifaremo il consuntivo d’esercizio con la cifra integra e inseriremo tutta la programmazione già prevista e lo faremo sulla base della nuova disponibilità finanziaria”.
Nuovo bilancio che dovrà ora essere approvato necessariamente entro il 31 luglio, pena il rischio di commissariamento dell’ente da parte della Regione. E sui motivi del ritardo nella presentazione del bilancio provvisionale da parte di Grossi, il sovrintendente getta acqua sul fuoco: “Il provvisionale si presenta quando ci sono le risorse necessarie a garantire la programmazione e quindi il pareggio di bilancio. Non era possibile farlo con la cifra che avevamo l’anno scorso. La finanziaria è stata pubblicata solo intorno al 10 maggio. E Il bilancio – afferma Grossi – non è una cosa che si fa in un giorno. La somma è stata ora riportata a 13 milioni di euro grazie all’intervento della Regione. Adesso, stiamo predisponendolo. Con il nuovo bilancio daremo certezza alle spese. Prima non c’era invece certezza di quello che potevamo spendere”.
Ad influire, forse, anche le recenti elezioni comunali e campagne elettorali di mezzo. Enzo Bianco in seguito alla sconfitta del 10 giugno non è infatti più il presidente del Cda dell’ente. A succedergli è ora il neo sindaco Salvo Pogliese che deve ancora insediarsi. Senza dimenticare che l’attuale Cda è in scadenza a fine giugno. “Questa è una fase di rinnovo” prosegue il sovrintendente che circa tre anni fu scelto dall’ex sindaco Bianco in accordo con l’ex governo regionale ed ex ministro Franceschini. “Il sovrintendente è un amministratore pubblico indicato dal Cda secondo statuto. Rappresento le istituzioni, non c’è dubbio. Il mio è un incarico tecnico. Per me le istituzioni sono un punto di riferimento e io con il Cda agisco nell’ambito delle strategie e degli orientamenti che la regione ci dà. Tre anni fa a teatro c’era una grande situazione di disagio, mancava la qualità nella programmazione, non c’era certezza dei finanziamenti e mancava un piano strategico. Noi abbiamo fatto un percorso che non è privo di lacune o problemi da risolvere ma è rivolta verso una direzione di marcia importante. Noi ci siamo dati una direzione di marcia. Sono successe tante cose e situazioni del passato che sono riemerse. I problemi non si risolvono in pochissimo tempo. Ma li stiamo affrontando”. Proprio di recente, il nuovo governo regionale presieduto da Nello Musumeci ha revocato anche due componenti del Cda molto vicini a Bianco. “Tutte le nuove scelte saranno di competenza del nuovo Cda”, dice Grossi il cui mandato scade nel luglio del 2019.
Ma il sovrintendente ci tiene a tracciare un bilancio degli ultimi due anni. “Il teatro Massimo Bellini è un brand sul quale puntare. È una risorsa. Nell’ambito di questa convinzione abbiamo portato avanti quattro cose. Innanzitutto riconquistare il pubblico e i giovani. Abbiamo recuperato l’attaccamento dei cittadini al nostro teatro. Siamo passati da 50 mila biglietti venduti a fine 2014 a quasi 98 mila venduti a fine del 2017. Abbiamo raddoppiato la presenza di pubblico e turisti all’interno del nostro teatro e quindi aumentato le entrate. Con difficoltà abbiamo offerto una programmazione di qualità. Cito solo l’inaugurazione della stagione con la Rondine di Puccini alla presenza del capo dello Stato. La Traviata che ha registrato il sold out anche per la prova generale. Successo straordinario per la stagione sinfonica; Seconda cosa: i privati e le imprese. Queste hanno iniziato a investire al teatro Bellini. Entro l’anno partirà un bando per il merchandising rivolto ai privati per valorizzare le varie eccellenze produttive insieme al teatro; terza cosa: il decentramento. Il teatro è uscito fuori. Tra pochi giorni torneremo a Taormina per il Taobuk con Bollani. Abbiamo riaperto il San Giorgi con una stagione che è andata benissimo. Quest’ultimo non è affatto inagibile così come detto. Purtroppo c’erano dei lavori di manutenzione che non venivano eseguiti da anni. Ma che adesso abbiamo eseguito; Quarto obiettivo verso il quale ci siamo mossi: i giovani. Il teatro si è rivolto alle periferie, Librino per esempio, con iniziative esterne. Abbiamo gestito un progetto Pon come ente capofila sui mestieri dell’arte. Cose di cui andiamo orgogliosi. E poi riguardo ai giovani, non può sfuggire la scelta artistica d’inserire cantanti italiani e direttori d’orchestra emergenti come il giovane Salvatore Percacciolo che ha diretto l’orchestra per il concerto di Uto Ughi. Così come abbiamo preso un nuovo maestro del coro e così come abbiamo preso il maestro Gelmetti. Abbiamo cioè portato avanti un percorso d’internazionalizzazione del teatro evidente. Tutto questo in tre anni ha portato a un aumento delle entrate del 70% che ci permette di coprire le spese dei costi artistici. Il contributo della Regione ci permette invece di coprire almeno le spese fisse del personale. Non mi pare poco”, dice ancora il sovrintendente.
Ma assicurata la stagione del 2018, ci sarà nuovamente da battagliare per il futuro. Per il 2019 sono infatti previsti ancora tagli significativi che potrebbero nuovamente porre a rischio la programmazione. “Non si tratta solo di un anno, del 2018, ma del triennio che comprende anche il 2019-20. Per queste annualità sono previste delle riduzioni fortissime. Noi ci stiamo lavorando per raggiungere tecnicamente il pareggio di bilancio nell’ottica triennale”, conclude il sovrintendente.