CATANIA – Mettiamola così, Cecilia’s Affair è una favola semplice. Una di quelle dal finale lieto, con i buoni – come è giusto che sia – a vincere sui cattivi. Suvvia, non è mica uno spoiler questo: anche perché non è sempre il finale a disegnare la qualità di un prodotto benché cinematrografico. Tra il comico e il surreale, l’autore e regista Fabio Fagone ci regala una spruzzata di speranza: quella cioè che saranno i piccoli a sconfiggere definitivamente la mafia, sfruttando peraltro – e a modo loro – alcuni metodi che hanno segnato la cifra della Cosa Nostra recente. Quali? Basta guardare il corto per scoprirlo: 10 minuti di pura fantasia, dove Fabio Boga, volto Rai di Amore Criminale, è il gigante cattivo che rappresenta il potere dei picciotti e Antonio Spitaleri un colossale colletto bianco privo di umanità. Assieme “mangiano” alla stessa tavola, sciupando quanto di più bello e luminoso c’è in Sicilia, tra inquinamento, sopraffazione e omertà varie.
Un corto muto, in cui parlano i gesti, le smorfie, le risate sguaite di chi sfrutta l’innocenza dei più piccoli per imporre la propria arroganza. Teatro delle riprese è l’Etna. Gli attori e le maestranze, poi, sono tutti catanesi. Tra loro la piccola Alice Accola, il grande (ma minoscolo per l’occasione) Gino Astorina e Cristiano Di Stefano. L’aiuto regista è Daniele Gangemi, il direttore della fotografia Alfio D’Agata. Le foto sono di Alessio Mamo, mentre le musiche sono degli Strummula e di Marco Lipera.