Il delitto della parruccaia: "Troppo silenzio sulla morte di mia zia"

Palermo, il delitto di ‘Ninni’ la parruccaia: le coltellate e i misteri

Ninni Giarrusso con le nipoti da piccole
L'orrore in via Dante. Un giallo irrisolto. Il dolore della famiglia
LA VIOLENZA SULLE DONNE
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PALERMO – Sono trascorsi dodici anni, ma il dolore e il desiderio di giustizia sono più vivi che mai. L’assassino di Antonietta Giarrusso, la parruccaia di 65 anni uccisa in via Dante il 30 aprile 2012, non ha ancora un nome e cognome e alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la nipote Daniela Carlino, torna a chiedere la verità.

“E’ stata come una seconda mamma”

“Non perdo le speranze, ancora oggi combatto per avere giustizia. Quello di mia zia – dice – è stato un omicidio efferato, che ha sconvolto l’intera città e che ha lasciato in me un segno indelebile. Per me e mia sorella era come una seconda mamma”. “Ninni”, come tutti la chiamavano, venne uccisa a coltellate nel retrobottega del suo storico negozio. Le indagini andarono avanti a lungo e il Dna dell’assassino fu isolato grazie a una macchia di sangue trovata su una tenda.

Le indagini

Furono ascoltati diversi sospettati, analizzati i frame dei video delle telecamere della zona, furono battute tutte le piste, ma i punti d’ombra rimasero, al punto che il killer, a distanza di dodici anni, non è mai stato individuato.

“Nonostante il tempo passi – prosegue Daniela Carlino – io aspetto sempre che venga dato un nome a chi l’ha uccisa. Per chi resta gli anni sembrano non passare mai, il dolore per i familiari delle vittime non va in prescrizione, anzi”.

“Per noi è un fine pena mai – continua – perché non passa giorno in cui io non percepisca e non soffra per la sua assenza”.

Un dolore lancinante, che non abbandona chi è ancora in cerca di risposte: “Me lo sento appiccicato addosso proprio come quel giorno. Per questo chiedo ancora una volta che vengano riaperte le indagini, che si continui a scavare per rintracciare chi ha agito in modo così atroce, non facendo i conti con la giustizia per quello che ha fatto. Tramite il mio avvocato Michele Calantropo abbiamo richiesto degli atti in procura, ma non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta”.

L’evento in via Dante

“So bene che nulla mi riporterà indietro mia zia aggiunge – ma lei è ormai diventato per me il simbolo di una lotta che ha l’obiettivo di porre fine alla violenza contro le donne”. E proprio in quest’ottica, domenica 24 novembre, si terrà un evento sul luogo del delitto. Si svolgerà un incontro per chiedere ancora una volta giustizia e rompere il silenzio alimentato dall’omertà. Ad organizzarlo è l’associazione Emily, che tre anni fa si è già occupata dell’installazione della panchina rossa per ricordare Ninni Giarrusso.

A introdurre l’evento sarà la presidente Milena Gentile, saranno presenti Carmela Amato e Monia La Mantia, dell’associazione Serena; Clotilde Guarnaccia, di Insieme Per; Maria Schiattarella, dell’Asd Akashido; Angelo Pullara dell’associazione Pianeta Amore; Emilio Corrao, ideatore area dedicata al valore delle donne e Giovanni Ferraro, psicoterapeuta.

L’attrice Mary Cipolla leggerà inoltre alcuni brani del romanzo “Annaluna”, di Maria Sapienza, mentre gli interventi musicali saranno curati da Claudia Gamberini, violoncellista dell’Orchestra sinfonica siciliana. L’appuntamento è per le 17.

“Così spezzeremo il silenzio”

“Sarà presente anche un gruppo di motociclisti che con le loro Harley Davidson si fermerà davanti alla panchina. Il rombo dei motori spezzerà il silenzio che da troppo tempo circonda questa strada. Spero di dare un messaggio forte, affinché qualcuno, anche a distanza di così tanto tempo, trovi il coraggio di dire ciò che sa. Una ricerca della verità – conclude Daniela – che dobbiamo a tutte le donne uccise per mano di un uomo”.


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