CATANIA – Giacomo Pignataro, Rettore dell’Università di Catania fino allo scorso Dicembre, è stato quest’oggi assolto, perché il fatto non costituisce reato, nel processo scaturito dalla querela per diffamazione promossa da Lucio Maggio, con riferimento ad alcune affermazioni dello stesso Pignataro, riportate in un articolo de La Sicilia del 7 luglio 2015 dal titolo “Statuto illegittimo: nuove elezioni”. Maggio aveva ritenuto che tali affermazioni avessero un carattere insinuante e volto a screditare la sua reputazione. Pignataro, che è stato difeso dal Prof. Giovanni Grasso, aveva invocato il giudizio abbreviato, dopo che era stato richiesto il rinvio a giudizio da parte della Procura che, comunque, nell’ambito del giudizio, ha ritenuto di proporre l’assoluzione. Il Giudice non ha, dunque, ritenuto che le affermazioni del Prof. Pignataro configurino un comportamento illegale.
La sentenza di assoluzione di quest’oggi segue altri pronunciamenti, analogamente positivi per Pignataro, conseguenti ad ulteriori iniziative giudiziarie promosse da Maggio nei confronti dell’ex-Rettore. In particolare, Maggio, in una sequenza di denunce, ritenendo che il Pignataro, nella vicenda relativa alla revoca del suo incarico di Direttore Generale dell’Ateneo, avesse agito con un personale intento persecutorio, lo aveva accusato di vari reati, quali abuso di ufficio, stalking, maltrattamenti in famiglia e diffamazione. La Procura della Repubblica aveva chiesto l’archiviazione e il Giudice delle indagini preliminari, accogliendo tale richiesta, nonostante l’opposizione della difesa di Maggio, aveva archiviato. Successivamente, la Corte di Cassazione con ordinanza pronunciata all’udienza del 21 novembre 2016 ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Maggio, condannando lo stesso al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla cassa delle ammende.