CATANIA – E’ emergenza casa: i sindacati si mobilitano. Le cifre che riguardano il fenomeno sono enormi: ogni anno nella città etnea almeno ottocento nuclei familiari perdono la propria abitazione. I sindacati provinciali degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e le confederazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil di Catania hanno portato oggi la loro denuncia e le loro proposte in piazza. Un sit-in con un presidio ha sostato in via Etnea, mentre una delegazione è stata ricevuta in Prefettura di Catania.
Tra i manifestanti tante famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà. “Ho trentuno anni, sono disoccupato e ho tre bambini da mantenere”, dice uno di loro che da oltre un anno ha richiesto un alloggio. “Vivo in affitto e non pago da cinque mesi: mi stanno per sfrattare”, racconta l’uomo che attraverso lavoretti saltuari riesce a racimolare a mala pena seicento euro a fronte dei quattrocentocinquanta richiesti dal suo padrone di casa. “Come posso fare a pagare l’affitto?”, si chiede. Storie che accomunano tantissimi catanesi. “Quello della casa è un tema enorme, si è completamente bloccato qualsiasi piano di edilizia pubblica: sono più di dieci anni che non si realizzano alloggi”, spiega la segretaria del Sunia, Giusy Milazzo.
Eppure, i fondi ci sono. “Una volta i lavoratori avevano una trattenuta in busta paga per la Gescal, un contributo per l’edilizia che non c’è più, ma in Sicilia ci sono circa duecento milioni di euro che potrebbero essere utilizzati”, argomenta Milazzo. Esistono poi numerosi immobili non utilizzati: caserme, ospedali, scuole. Complessi di proprietà del Comune praticamente inutilizzati (da riqualificare) che potrebbero supplire l’emergenza e garantire almeno un centinaio di alloggi. “Pensiamo a diversi lavoratori, che hanno versato i contributi per trent’anni, poi sono stati licenziati, hanno perso anche la casa e oggi dormono in macchina”, racconta la sindacalista.
Al tavolo istituzionale i sindacati hanno avanzato diverse richieste: l’inserimento di una cifra nel bilancio del Comune per l’emergenza abitativa, la creazione di uno sportello comunale per seguire direttamente gli utenti durante tutto l’iter e una moratoria sull’invio della forza pubblica per l‘esecuzione degli sfratti almeno sino a quando i Comuni non siano in grado di avviare le procedure per assegnare i contributi per la morosità incolpevole. Il primo passo in questa direzione è una mappatura degli alloggi pubblici dei comuni etnei. “Purtroppo, l’unico Comune che tarda nel rispondere è proprio quello di Catania: non è questa la città accogliente e solidale che ci aspettiamo”, dicono i sindacati che dopo domani verranno ricevuti dall’assessore Angelo Villari.