CATANIA- Nuova udienza del processo a carico dell’imprenditore Mario Ciancio, accusato di concorso all’associazione mafiosa. I difensori delle parti civili si sono alternati in attesa delle prossime udienze del 21 e 22 dicembre, alla fine delle quali è attesa la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dai Pm Antonino Fanara, Carmelo Zuccaro e Agata Santonocito.
Riccardo Arena (VIDEO) presidente Ordine dei giornalisti, che si è costituito parte civile nel processo contro Mario Ciancio, sottolinea che “verrà valutato dagli organi disciplinari” il comportamento del direttore de La Sicilia. “La categoria è parte civile, noi siamo qui a sostegno del giornalismo e valutiamo la posizione dell’imputato Ciancio che oggettivamente appare molto da valutare sotto vari aspetti, non solo come editore ma anche come imprenditore”.
Goffredo D’Antona (VIDEO) legale della famiglia del commissario Montana: “Ci aspettavamo altre parti civili, per esempio il Comune di Catania, che forse, dopo la requisitoria del pubblico ministero, ha alcuni imbarazzi a presentarsi parte civile nei confronti dell’dierno imputato. Le carte e i giornali riferiscono non di collegamenti illeciti, ma politici tra questa amministrazione e Ciancio”.
Dario Pastore, legale dell’ordine dei Giornalisti, spiega di aver “delineato i rapporti tra Ciancio e Cosa Nostra”. VIDEO
Secca la replica, alle accuse della magistratura, di Carmelo Peluso (VIDEO) legale di Mario Ciancio: “L’editore rivendica autonomia e correttezza dell’informazione de La Sicilia”.
CLAUDIO FAVA: “Mentre a Catania il processo a Mario Ciancio si carica di risvolti e di contiguità sempre più preoccupanti, preoccupa anche la scelta del Comune di non costituirsi parte civile. Dopo le elezioni del 2013 la giunta Bianco si era impegnata pubblicamente ad essere sempre presente nei processi per mafia. Impegno rispettato in tutti i procedimenti, tranne uno: quello che vede imputato l’editore Ciancio per concorso esterno in associazione mafiosa. Scelta che preoccupa, dicevamo: ma che non stupisce affatto. Soprattutto alla luce delle intercettazioni dei ROS che hanno svelato le premure di Bianco nei confronti di Ciancio e dei suoi concreti interessi nel nuovo piano urbanistico della città.
Ci auguriamo che questo processo serva a svelare e a recidere, una volta per tutte, il groviglio di interessi, di negligenze e di consociativismi che hanno rappresentato, negli ultimi trent’anni a Catania, un governo parallelo e nefasto per la città”.