CATANIA – Luca Odevaine, ritenuto uomo chiave dell’inchiesta mafia capitale, durante le conversazioni finite al centro della seconda parte dell’indagine, tira in ballo Giuseppe Castiglione, non indagato dalla Procura di Roma. Le conversazioni, quindi, secondo la Procura capitolina, non hanno rilevanza penale, almeno per quel che riguarda il sottosegretario all’Agricoltura. Odevaine spiega che durante la prima gara, Giuseppe Castiglione venne nominato sub commissario del prefetto Gabrielli, che presiedeva il tavolo nazionale dell’immigrazione.
“Praticamente – racconta Odevaine – venne nominato sub-commissario … eh del commissario Gabrielli … il Presidente della Provincia di Catania … che era anche Presidente dell’Upi… Giuseppe Castiglione… il quale… quando io ero andato giù… mi è venuto a prendere lui all’aeroporto… mi ha portato a pranzo… arriviamo al tavolo… c’era pure un’altra sedia vuota… dico eh ‘chi?’ … e praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara (ride)…”.
Odevaine svela come sarebbe andato il pranzo: “Al che gli ho detto ‘guarda …inc… a queste condizioni’ …inc… però… alla fine diciamo c’è voluto un po’ di tempo… però abbiamo concordato un percorso… gli ho detto guarda ‘io capisco che… dobbiamo assolutamente… valorizzare tutte le realtà locali… fare un Consorzio di Cooperative… che… no? Che gestisca… però… ‘sta roba qua non può essere affidata solo… a piccole cooperative locali… consorzi e… perché così andiamo a… inc… perché qua… se qui non se fa una cucina… la Croce Rossa andrà via e si porterà via la cucina… allora c’erano 2000 persone… se qui non se fa una roba che c’abbia una sua professionalità… rischiamo un disastro… non se pò fa’… per cui alla fine lui capisce… gli dico…”.
Odevaine sostiene di avere illustrato a Castiglione la strategia: “Noi dobbiamo creare un gruppo… poi facciamo la gara… però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte… che sta roba qua… inc… vince… per cui gli presento… già ne parlo con questi dell’Arciconfraternita a Roma… con cui ho sempre lavorato qui al Comune di Roma… e sò quelli che gestiscono il centro quello di Boccea… che il Comune gli ha affidato e tutto quanto… che c’aveva la capacità di farlo… e loro nel frattempo si erano appunto… fusi con La Cascina… per cui ho conosciuto loro gliel’ho presentati a Castiglione… e poi è nato questo… peraltro è nato e si è sviluppato poi per altri aspetti… perché loro adesso… Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro… Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra… inc… Castiglione …”.
Secondo Odevaine Comunione e Liberazione sarebbe “tra i principali referenti” di Angelino Alfano: “Castiglione fa il sottosegretario… all’Agricoltura… però… ed è il loro principale referente in Sicilia… cioè quello che poi gli porta i voti… perché poi i voti loro… inc… ce li hanno tutti in Sicilia… per cui diciamo… io gli ho messi insieme… e si è strutturata questa roba… e dopo di che… abbiamo fatto questa cosa di Mineo… e la prima gara… io ho fatto il presidente della Commissione… e… poi c’è stata una seconda gara… e poi adesso questa è la terza praticamente… gara che si fa… e in tutte e tre io ci so stato in Commissione… non mi ricordo se tutto ‘sto… ‘sto ragionamento per arrivare?”.
L’appalto
L’appalto del 2012, di cui parla Odevaine, affidato al raggruppamento di imprese guidato dal Consorzio Sisifo, è finito nel mirino della Connecting People, impresa esclusa perché, come ha spiegato il direttore del Consorzio che gestisce il Cara, Giovanni Ferrera “non ha presentato giustificativi idonei rispetto ad un prezzo così basso, in pratica non hanno detto in che modo riuscivano a garantire i servizi a fronte di quell’importo”.
L’esclusione ha provocato l’esposto alla Procura di Catania dell’imprenditore Emanuele Ribaudo, titolare della Cot Ristorazione che lamentava come il bando attribuisse 5 punti al raggruppamento in possesso di “un centro cottura nel raggio di 30 chilometri dal Cara”. Una “violazione del principio di non discriminazione e di parità di trattamento contenuti nel codice dei contratti pubblici”. L’esposto è finito anche all’allora Autorità di vigilanza sugli appalti, che oggi ha lasciato il posto all’Anticorruzione: l’appalto affidato da Castiglione fu analizzato dall’Autorità e giudicato legittimo Lo stesso schema d’appalto, però, di recente, è stato bocciato dall’Anticorruzione.
Castiglione si difende
Castiglione è intervenuto, qualche mese addietro, sul pranzo raccontato da Odevaine, le cui intercettazioni erano trapelate, parlando di “ricostruzione fantasiosa, sarò andato a pranzo con lui, ma solo per dovere di ospitalità, ho sempre agito rispettando le regole e non consento a nessuno di mettere in dubbio la mia integrità morale”. La nomina di Odevaine sarebbe avvenuta, secondo Castiglione, “soltanto sulla base dei suoi meriti professionali essendo stato capo della polizia provinciale romana e vice capo di gabinetto di Veltroni”.