CATANIA – Una porta in faccia. Questo quello che ha ottenuto il genitore di un bimbo diversamente abile quando ha presentato (come ogni anno) l’istanza per la concessione del contributo per il trasporto scolastico per l’anno 2013/2014. Al Comune non ci sono le risorse finanziare necessarie per poterlo erogare. Un diniego però che mamma e papà del piccolo alunno hanno voluto fosse scritto nero su bianco e formalizzato con un atto ufficiale con tanto di numero di protocollo e firma del funzionario della Direzione Famiglia e Politiche sociali. E’ così è stato: il 9 gennaio 2015 il responsabile della Posizione Organizzativa Carmela Campione e il direttore Corrado Persico hanno comunicato che “per la poca disponibilità finanziaria iscritta sul pertinente capitolo di bilancio non può essere concesso il contributo”.
La comunicazione è finita nelle mani dell’avvocato Maurizio Benincasa, che fornisce assistenza legale al coordinamento di alcune associazioni a tutela dei diritti per le persone diversamente abili. “L’organismo, che ad oggi è formato da tre realtà, Un futuro per l’autismo, il Coordinamento nazionale delle famiglie disabili gravi e gravissimi e l’associazione Il Sorriso di Riccardo, nasce – spiega il legale – perché Catania è una delle poche città italiane che dal 1992, cioè da 23 anni, non ha mai stipulato un vero e proprio accordo di programma previsto dall’articolo 13 della legge 104 del ’92”.
La risposta del Comune per l’avvocato Benincasa è “un atto inammissibile, molto grave e illegittimo perché il trasporto gratuito per gli alunni disabili è garantito dalla legge 104 del 1992, ma in modo particolare dall’articolo 6 della legge regionale 68 del 1981 che obbliga i comuni a garantire un servizio di trasporto gratuito per tutti gli alunni disabili di ogni ordine e grado”.
A questo punto inizia la battaglia. “Il coordinamento – annuncia l’avvocato – formalizzerà un esposto al sindaco per l’attivazione del trasporto gratuito dei disabili. Per noi è assolutamente inaccettabile che non si possano erogare servizi per i bimbi disabili per la carenza di risorse. Vorrei ricordare – spiega il legale – che la Corte Costituzionale è intervenuta più e più volte sui diritti delle persone disabili, in modo particolare per i minori disabili, affermando che si tratta di diritti tutelati dal massimo livello della nostra carta costituzionale e che non è possibile che questi diritti non vengano garantiti per esigenze di bilancio”.
Maurizio Benincasa ha snocciolato leggi e sentenze della Corte Costituzionale: il diritto allo studio è un diritto che deve essere garantito alla collettività. Senza distinzioni. La disabilità non può diventare disabilità due volte. “La mancata concessione del contributo del servizio del trasporto scolastico agli alunni disabili la vedo come un’umiliazione in più – commenta Adriana Tomaselli, vice referente per la Sicilia del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi, e mamma di un bimbo autistico. “Ogni volta che chiediamo qualcosa è come se ci dovessero fare un favore, mentre è un diritto come per tutti gli altri bambini quello dello studio. Questa cosa ci ferisce e ci rende ancora più vulnerabili. C’è una mancanza di sensibilità e di cura che invece ci dovrebbe essere da parte delle Istituzioni”.
Queste famiglie non stanno a braccia conserte, ma lottano anche con azioni legali per avere riconosciuti i loro diritti. “Ma invece di pagare tanti costi per i ricorsi e i danni, – incalza Tomaselli – perché non attivano i servizi che dovrebbero garantire per legge. Sicuramente risparmierebbero”.
Grazia Cirnigliaro è la mamma di un bimbo non vedente. Sorride orgogliosa quando parla del suo piccolo eroe. Il trasporto scolastico “è un servizio importantissimo – spiega Grazia – anche perché molte di noi hanno dovuto lasciare il lavoro per poter prendersi cura dei figli, quindi un contributo economico, anche se piccolo, è fondamentale”.
In questa lotta si unisce anche Maria Teresa Tripodi de “Il sorriso di Riccardo”. Dopo la morte del suo bimbo affetto da una grave patologia ha deciso di fondare questa associazione per difendere e tutelare i diritti dei minori con disabilità. “E’ scandaloso” – commenta amaramente Maria Teresa la mancata erogazione del contributo per il trasporto pubblico. “Per queste cose non ci sono mai soldi – incalza – ma i giudici sono chiari i soldi li devi trovare, quindi basta alibi”. E infine la provocazione: “Allora aboliamo la 104, se non la si deve applicare”.