Catania – “La scuola pubblica non si tocca”. E’ uno degli slogan urlato dai manifestanti che oggi a Catania si sono dati appuntamento per la mega manifestazione contro la riforma del Governo Renzi sul settore. In migliaia stanno partecipando al corteo: insegnanti, precari, studenti, sindacalisti e anche deputati e politici. Per capire la grande partecipazione, basti pensare che l’enorme serpentone umano alle 11 toccava il Palazzo delle Scienze, sede della Facoltà di Economia, mentre la coda arrivava a piazza Europa. “E’ la protesta più partecipata da quando sono a Catania” – dichiara una delle manifestanti. Lezioni sospese oggi in oltre l’ottanta percento delle scuole catanesi.
Catania è una delle sette piazze in cui si stanno svolgendo i cortei. Il punto di raccolta è stata piazza Europa: un lungo serpentone che si snoderà per tutto il corso Italia, viale XX Settembre fino a Piazza Roma, dove è stato allestito un palco per il comizio.
“Con questa riforma l’Italia rischia di non avere più una scuola – ha detto Antonella Distefano della Flc Cgil Catania –i dirigenti scolastici saranno dei manager di una azienda che assumono personale attingendo a una albo regionale con la scelta dei curricula piuttosto che facendo scorrere le graduatorie. Si va verso la privatizzazione e la esternalizzazione di alcuni servizi: basti pensare che nel ddl non c’è una sola riga che riguardi il personale Ata. E mancano anche i decreti delegati alla collegialità”.
“Non è una riforma è un meccanismo che mira a destrutturare la scuola pubblica, non ci sono risorse e si spaccia per assunzioni le immissioni in ruolo a cui il governo è obbligato per sentenza europea” ha sottolineato Filippo Tortorici, Gilda. “La buona scuola la fanno i docenti e gli alunni, questa riforma non è una riforma per questo in piazza ci aspettiamo tanti genitori e tanti ragazzi” ha aggiunto Salvo Mavica, Uil Scuola. “Non ci aspettiamo certo i politici, se vogliono darci una mano- ha commentato Giuseppe Denaro, Cisl Scuola – non votino il decreto in Parlamento”.
“Non era mai avvenuto in settant’anni di Repubblica che un governo unilateralmente portasse avanti una riforma senza aprire una concertazione con i sindacati – ha concluso Giovanni Tempera Snals – ma non potrà andare lontano perché tutte le riforme camminano sulle gambe delle persone le devono applicare”.
Il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota: “Siamo davvero convinti che l’unione faccia la vera scuola e che dalla nostra città afflitta dalla criminalità minorile e da un deficit di strutture culturali, debba partire un segnale diretto al Governo nazionale. Il DDL scuola va cambiato e la Cgil tutta intera lavorerà affinché questo avvenga”.
“Voglio esprimere il mio dissenso su questa pseudo riforma della scuola che il governo nazionale sta caparbiamente portando avanti, che non convince per nulla. Farò quanto mi è possibile per far sì che vengano apportate le necessarie modifiche a un documento che per come è stato definito non migliora l’offerta formativa, crea squilibri di rappresentanza e di ruoli all’interno dell’organizzazione scolastica”. Lo dichiara la parlamentare regionale del partito democratico Concetta Raia.
In Piazza anche Sinistra Ecologia e Libertà Sicilia, a fianco dei professori, degli studenti e del personale tecnico contro un progetto di riforma che, dietro ai proclami, cela una scelta incentrata su disinvestimento ed una decisa svolta in senso antidemocratico nella gestione degli istituti statali.