Rifiuti e infiltrazioni mafiose |"I segnali sono preoccupanti" - Live Sicilia

Rifiuti e infiltrazioni mafiose |”I segnali sono preoccupanti”

L’intervento - sollecitato dal presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone - ha riguardato, come è noto, il contratto tra la Oikos Spa e il comune di Catania e, più in generale, la conduzione della discarica di Motta Sant’Anastasia.

La commissione d'inchiesta
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CATANIA – La prima missione nella regione Sicilia della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, si è aperta con l’audizione del prefetto di Catania Maria Guia Federico, accompagnata dal Questore Marcello Cardona. La relazione è stata dedicata soprattutto al commissariamento di un contratto di gestione dei rifiuti solidi urbani, ai sensi della normativa antimafia e anticorruzione, primo caso in Italia. L’intervento – sollecitato dal presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone – ha riguardato, come è noto, il contratto tra la Oikos Spa e il comune di Catania e, più in generale, la conduzione della discarica di Motta Sant’Anastasia.

L’intervento prefettizio era nato da un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti della IPI, società romana socia della Oikos catanese, emesso da un’altra prefettura, a cui si è aggiunto il provvedimento anticorruzione, emesso a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito l’imprenditore Domenico Proto. La sinergia tra le misure antimafia e gli interventi anticorruzione sono un’esperienza molto importante, non solo per il territorio della Sicilia orientale, ma anche in una prospettiva nazionale. Molto spesso i traffici di rifiuti e i principali reati ambientali sono in stretta simbiosi con la corruzione e, in determinati territori, hanno stretti rapporti imprenditoriali con le organizzazioni mafiose. Interventi, dunque, come quello avviato a Catania rappresentano una modalità sicuramente efficace per colpire le ecomafie.

La commissione ha visitato gli impianti della discarica di Motta Sant’Anastasia attualmente gestiti da tre commissari nominati dal prefetto di Catania. E’ stato poi effettuato un sopralluogo al secondo impianto del catanese, gestito dalla Sicula trasporti. Come già era stato evidenziato nel corso delle audizioni svolte a Roma nei giorni scorsi, la Sicilia – aldilà del caso specifico della Oikos – soffre di evidenti e gravi criticità, conseguenza della scelta delle discariche come unico sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani, condotte, nella quasi esclusività dei casi, da privati. Opzione che si accompagna con la sostanziale assenza della raccolta differenziata, con un grave danno ambientale ed economico.

La commissione ha quindi analizzato, con apposite audizioni, diverse inchieste delle locali procure ordinarie e delle direzioni distrettuali antimafia, che hanno confermato il pericolo – importante ed attuale – dell’infiltrazione mafiosa nell’intero ciclo dei rifiuti, mercato che in Sicilia ha un valore economico di rilievo. In questo senso i segnali raccolti dalla commissione sono preoccupanti e mostrano un quadro che richiede una fortissima attenzione, anche sul fronte della lotta alla corruzione, strada maestra percorsa dalla mafia per il controllo delle attività economiche chiave, come la gestione dei rifiuti e il ciclo delle acque. I parlamentari hanno raccolto con preoccupazione la segnalazione delle intimidazioni ricevute dai sindaci di sei comuni del catanese, ritenute collegate agli appalti per la gestione dei rifiuti solidi urbani. La commissione ha, quindi, audito gli amministratori vittime di minacce o indebite pressioni, che hanno raccontato il clima intimidatorio che vivono in alcuni territori della provincia di Catania.

L’altro dossier attentamente analizzato dalla commissione d’inchiesta riguarda il tema delle bonifiche e della gestione dei rifiuti speciali pericolosi. In questo senso le audizioni hanno iniziato ad approfondire le problematiche legate ai poli petrolchimici – che saranno oggetto di una apposita missione – e alle miniere dismesse.

La capitaneria di porto e le altre forze dell’ordine hanno poi illustrato nel corso dei lavori della commissione l’attività di contrasto rivolta ai traffici transfrontalieri di rifiuti tema che sarà oggetto di una specifica relazione della commissione. Come in altre parti d’Italia anche la Sicilia orientale è coinvolta nei commerci illegali dei rottami ferrosi, dei rifiuti elettrici ed elettronici (i cosiddetti Rae) e dei materiali plastici.

La commissione ha infine visitato la piazza dedicata due giorni fa al commissario della Polizia di Stato Beppe Montana, ucciso in un agguato mafioso il 28 luglio 1985. La delegazione della commissione parlamentare d’inchiesta era composta dai deputati Alessandro Bratti, Presidente, Dorina Bianchi (NCD), Stella Bianchi (PD), Miriam Cominelli (PD), Renata Polverini (FI-PDL), Stefano Vignaroli (M5S) e dai senatori Giuseppe Compagnone (GAL), Pamela Orru’ (PD), Bartolomeo Pepe (Misto), Laura Puppato (PD).

 

 


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