CATANIA. Non ci sarebbero dubbi per il pubblico ministero Valentina Sincero sul coinvolgimento di Daniele Mannino, Giuseppe Di Stefano e Costantino Talio nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, messa in piedi da Roberto La Spina nella propria abitazione di Fiumefreddo di Sicilia e smantellata nel marzo dello scorso anno dai finanzieri della Compagnia di Riposto, nell’ambito dell’operazione denominata “Tabula rasa”.
La Spina, l’imputato principale, nei mesi scorsi ha patteggiato la pena a 4 anni. Così anche Carmelo Coco e Giuseppe Santoro, rispettivamente a 2 anni e 10 mesi e a 1 anno e 1 mese. Con la requisitoria del pm si è aperto, invece, davanti al Gup di Catania Anna Maggiore, il processo con rito abbreviato.
La richiesta di condanna più pesante, 4 anni e 6 mesi, è per Daniele Mannino di Giardini Naxos, ancora agli arresti domiciliari. Chiesti invece 4 anni per Giuseppe Di Stefano, di Fiumefreddo di Sicilia, e 3 anni e 8 mesi per Costantino Talio, anch’egli di Giardini Naxos.
Un’intercettazione ambientale captata nell’abitazione di La Spina, trasformata per l’accusa in un vero e proprio laboratorio della droga, inchioderebbe Daniele Mannino. Nel corso della conversazione tra i due sarebbero chiari i riferimenti alle partite di droga, cocaina e marijuana, e alla qualità delle stesse, vendute da Mannino per conto di La Spina, all’epoca dei fatti ristretto agli arresti domiciliari.
Diversa, invece, la posizione per Di Stefano e Talio, per i quali il tribunale del Riesame ha annullato, con motivazioni differenti, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip.
Per i giudici del Riesame Giuseppe Di Stefano, pur presente nella casa di La Spina anche nelle fasi di taglio e suddivisione delle sostanze stupefacenti, avrebbe avuto un ruolo di ascoltatore passivo. Non così per il pm Sincero che sottolinea come le intercettazioni svelino la partecipazione dell’imputato, tra i più assidui frequentatori di quella casa, alle attività illecite in corso.
Il Riesame ha invece ritenuto attività illecite compiute in passato quelle emerse dalle conversazioni tra Costantino Talio e Roberto La Spina. Una valutazione non condivisa dall’accusa, che ritiene l’imputato uno dei soggetti di cui la Spina si sarebbe servito per vendere la droga.
Il 13 aprile sono previste le discussioni del collegio difensivo, composto da Michele Pansera, Alessandro Billè e Giuseppe Valentino. La sentenza arriverà il 4 maggio.