CATANIA – Materiale di risulta, resti di demolizioni, copertoni e amianto. Prosegue il lavoro investigativo di Forestale e Polizia municipale per accertare cosa sia sepolto lungo i fianchi della collina di Monte Po dove ieri, gli uomini della Forestale, hanno sequestrato 1,5 ettari di terreno per la presenza di amianto. Un’altra particella della vasta area del quartiere periferico, situata in contrada Vecchio telegrafo, verrà infatti sequestrata nelle prossime ore dagli ispettori della sezione ambientale della Polizia municipale di Catania.
Il provvedimento “d’urgenza”, emesso dalla Procura della Repubblica etnea, è scaturito dall’esposto presentato poco prima di Natale da alcuni cittadini e corredato di fotografia, integrato da un’inchiesta pubblicata da Sudpress e acquisita agli atti, è volto a “completare il lavoro investigativo effettuato dal reparto ambientale della Municipale e dalla Forestale”. “Già nelle scorse settimane – ha spiegato il comandante dei Vigili Urbani Pietro Belfiore – la Polizia Ambientale, su indicazione dell’assessore Rosario D’Agata che l’aveva appreso dagli abitanti della zona e da articoli di stampa, aveva contattato la magistratura per segnalare il problema e aveva cominciato a indagare, con l’ispettore Antonio Lizzio, chiamando l’Arpa e l’Asp perché svolgessero perizie sulle coperture delle cisterne”.
Titolari dell’inchiesta sono il procuratore aggiunto Giuseppe Toscano e il sostituto Angelo Busacca che stanno lavorando per accertare le responsabilità. E’ stato scoperto, da poche ore, che le vasche di 45 metri quadrati di diametro furono realizzate dal Genio civile su terreno di proprietà della Sidra. Un’opera risultato di una gara d’appalto dei primi anni Novanta. L’interrogativo su cui stanno lavorando gli inquirenti è capire se le cisterne siano mai state consegnate formalmente alla Società del servizio idrico. Per questo si sta verificando l’esistenza o meno di un verbale di consegna tra gli archivi.
Non si esclude che il gruppo di lavoro della Procura che si occupa di Pubblica amministrazione possa aprire un fascicolo anche su questo appalto, visto che l’opera è costata diversi miliardi del vecchio conio. A questo punto si pone il problema della bonifica della zona. La Procura ha proceduto all’invio della segnalazione al Comune di Catania per conoscenza: l’amministrazione, adesso, dovrà emettere un’ordinanza per intimare la rimozione del materiale e la pulizia dei terreni contaminati. Intanto, la magistratura ha dato parere favorevole affinché la Sidra possa effettuare lavori di muratura degli accessi all’area e di un piccolo edificio abbandonato che si trova all’interno, per questioni di sicurezza. Le vasche, infatti, sono profonde almeno 7 metri e potrebbero rappresentare un pericolo per alcuni curiosi.
Al momento, il fascicolo è contro ignoti e si indaga per il reato di abbandono incronllato di rifiuti speciali e omesso controllo. Il Lavoro della magistratura è reso più difficile rispetto all’indagine che, nel 2012, portò al sequestro e alle misure cautelari relative al Parco di Monte Po, in quanto nello stesso anno, in Sicilia, è scaduta la normativa sullo stato emergenziale dei rifiuti e i reati ambientali sono tornati a essere una mera contravvenzione.