Timpa, è guerra sulla barriera | "Quei fondali sono unici" - Live Sicilia

Timpa, è guerra sulla barriera | “Quei fondali sono unici”

Legambiente torna a criticare il progetto. A fare da eco all'associazione è la subacquea siciliana Patrizia Maiorca. "Lavori inutili che mettono a rischio un patrimonio naturale senza confronti".

CATANIA -Ancora polemiche sulla barriera sommersa che dovrebbe nascere di fronte la Timpa di Acireale per impedirne l’erosione. Dopo il sopralluogo di domenica mattina da parte del sindaco acese, Roberto Barbagallo, Legambiente torna sull’argomento, evidenziando ancora una volta le ragioni che hanno spinto l’associazione a presentare un esposto alla Procura proprio contro l’ipotesi definita “devastante”. Ad aver suscitato nuove reazioni, quanto affermato dal primo cittadino acese in relazione alle distanze che la struttura soffolta avrà, o dovrebbe avere, rispetto alla linea di costa.

“Il sindaco di Acireale Barbagallo – spiega Roberto De Pietro, rappresentante dell’associazione ambientalista – con la sua scenografica immersione nei fondali di Grotta delle Colombe, dove intenderebbe fare realizzare con soldi pubblici un’inutile barriera soffolta, avrebbe evidenziato, a suo dire, che i basalti colonnari sommersi sarebbero presenti solo vicino alla costa e disterebbero dall’opera una decina di metri e che pertanto il danno ambientale sarebbe scongiurato. Fortunatamente questi basalti colonnari non si spostano e chiunque può quindi sempre verificare che la barriera soffolta, per dove è stata ideata, li seppellirebbe.

Peraltro il Sindaco, ancor prima di immergersi – continua – avrebbe potuto tenere presente che una parte dei basalti colonnari sommersi costituisce la base di quella che un tempo era la grotta delle Colombe, da cui deriva appunto il toponimo del luogo, che non si trovava certamente alla ridotta distanza di 5 metri dalla costa alla quale invece egli confina, con “ingegneristica” precisione, i basalti colonnari sommersi (il posizionamento di tale formazione si può ricostruire dal disegno di Wolfgang Sartorius, Barone di Waltershausen; di ciò che di essa restava fino agli anni ottanta dello scorso secolo, con l’appellativo di “Pugno”, è possibile determinare la posizione sia dalle antiche foto dei luoghi, sia, con maggiore precisione, da foto aeree storiche).

Il Sindaco, piuttosto che preoccuparsi di localizzare i basalti colonnari sommersi – prosegue –  dovrebbe preoccuparsi di spiegare alla collettività quale sia l’utilità di una simile opera sulla quale nutre dubbi persino il suo stesso assessore all’ambiente Fichera. Sull’incommensurabile valore scientifico, estetico ed ambientale dei basalti colonnari sommersi è intervenuto il prof. Carmelo Ferlito, docente di vulcanologia presso l’Università degli Studi di Catania, che in una relazione scientifica li ha definiti “unici in tutto il bacino del Mediterraneo”, evidenziando che sia la comunità scientifica sia i cittadini hanno il dovere di tutelarli”.

Non sono solo gli ambientalisti a criticare l’ipotesi della realizzazione della barriera. Patrizia Maiorca, subacquea e campionessa di apnea, racconta cosa rappresenta per lei e per tutti coloro che amano ammirare i fondali del Mediterraneo. “Mi immergo da quando ero piccola – afferma la Maiorca – avevo due anni. Ricordo perfettamente di essermi sentita chiamare dal mare e, anche se non sapevo nuotare, ho nuotato”.

Una vita per il mare. Una vita per la natura. Da allora, maschera sul viso e testa sotto l’acqua, Patrizia Maiorca non ha mai smesso di occcuparsi del mare e delle suoe bellezze. Nella maggior parte dei casi uniche. “I fondali basaltici di fronte la Timpa sono unici – afferma – di un immenso valore paesaggistico, perché è di paesaggi subaquei che stiamo parlando. Sotto il velo del mare c’è un mondo, bello che deve essere preservato. Perderli sarebbe un assassinio”.

Un tesoro da mantenere a tutti i costi, dunque. “La sensazione che provo ogni volta che mi immergo in quei fondali è di eternità – continua – mi danno l’impressione di essere stati sempre lì, della forza della natura e della sua perfezione”. Un segreto che segreto non è più, considerato il numero di persone che si stanno interessando alle attività subacquee. “Il timore che c’era prima nei confronti del mare c’è ancora – evidenzia la campionessa – ma c’è la voglia di scoprire il modi sommerso, che è davvero sorprendente, di goderne”.

Insomma, a rischio ci sarebbe molto di più di basalti colonnari: un patrimonio secolare. “E’ come – aggiunge la Maiorca – se decidessimo di intervenire sulle Gole dell’Alcantara, rischiando di perderle. I lavori in questione – conclude – oltretutto sono inutili perché l’erosione costiera è sempre esistita e fa parte dei fenomeni naturali e non si può pensare di arginare la natura per salvare strutture che, forse, non dovrebbero stare dove sono. Piuttosto che spendere i soldi in attività che proseguirebbero lo stesso ma distruggerebbero i fondali – conclude – si potrebbero spendere per restaurare una chiesa”.

 

 


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