CATANIA- E’ quello che si chiama sventrare il potere economico di una famiglia mafiosa. Questa volta è stata colpito il patrimonio di Antonino Strano Stellario, detto “Ninu figghiu persu”, esponente dei Pillera, con una confisca del valore di due milioni di euro emessa dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania. Si tratta di un provvedimento successivo al sequestro eseguito nel 2012 dalla Dia.
Sigilli alle due società di costruzioni che facevano riferimento al 60enne detenuto per una condanna per associazione mafiosa. Il decreto di confisca riguarda due società il cui capitale era intestato – secondo le indagini finanziare della Direzione Investigativa Antimafia – in maniera fittizia alla moglie dell’esponente dei Pillera. Nelle mani dello Stato sono finiti anche conto correnti bancari per un valore di 210 mila euro, tra cui denaro contante e polizze assicurative. Nel patrimonio confiscato compaiono anche diversi immobili.
Il decreto è scaturito a seguito di una delicata indagine patrimoniale della Dia che ha permesso l’analisi dei flussi finanziari di Stellario attraverso gli strumenti forniti dalla normativa antimafia e soprattutto antiriciclaggio. E’ stato scoperto così che oltre ad anomali movimenti bancari per centinaia di migliaia di euro, c’erano evidenti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto dagli indagati. Elemetni che hanno portato alla contestazione di una illecita acquisizione patrimoniale che ha determinato la richiesta e poi l’ammissione da parte dei giudici della confisca patrimoniale.
Antonino Strano Stellario è ritenuto un uomo di spicco del clan Pillera, famiglia che fino al 2004 era associata alla cosca Cappello, da qui la denominazione “Pillera Cappello”. Ma fu proprio a ridosso del 2004 che ci fu una scissione tra le due famiglie, con i Cappello che prendevano sempre più potere soprattutto nel traffico di droga a San Cristoforo, mentre la roccaforte dei Pillera divenne, e lo è ancora oggi, la zona del Borgo. Il potere di vertice di Strano Stellario, che sta scontando una sentenza a 13 anni e 4 mesi di reclusione emessa in primo grado lo scorso anno dal Tribunale di Catania, all’interno della famiglia è riconosciuto da diversi collaboratori di giustizia come ad esempio Pippo Di Giacomo. Tra i boss storici dei Pillera ci sono Nuccio Ieni e Maurizio Toscano. Oggi, invece, a capo del clan secondo le ultime indagini della Dda ci sarebbero esponenti della famiglia Faro e Pappalardo.
L’elenco del patrimonio confiscato:
– 4 unità immobiliari,
– la RAPISARDA COSTRUZIONI Srl, con sede in Catania;
– la TECNOCEM Srl, con sede in Catania;
– 12 rapporti bancari;
– un’ autovettura di grossa cilindrata.