CATANIA – Duecento tassisti incrociano le braccia in segno di protesta. La categoria, in stato di agitazione da mercoledì, ha tenuto un’assemblea in Piazza Duomo per accendere i riflettori sulle “innumerevoli problematiche che affliggono il settore”. La crisi morde e determina una contrazione dei consumi, a questo stato di cose si aggiungono una serie di costi di gestione, dall’aumento del carburante alle tasse. Una situazione che si aggrava a livello locale soprattutto a causa della concorrenza sleale legata all’abusivismo. L’Arat, sindacato di categoria, lo mette nero su bianco con una lettere inviata al primo cittadino, al Prefetto, al Questore e all’assessore Mazzola.
Servono risposte immediate. “Alla classe politica- si legge nella nota- è stato chiesto innumerevoli volte una lotta decisa contro l’abusivismo, così come già avviene per altri settori commerciali, una revisione degli stalli taxi in tutta la città, nella ottica che il servizio taxi è un servizio di utilità pubblica, quindi, lo stallo taxi deve essere ben visibile ed accessibile per l’utenza, nonché, non impegnato da veicoli non autorizzati, i quali impediscono l’espletamento del servizio, l’aumento delle corsie preferenziali di cui la nostra città è sempre più carente ed un uso “legittimo” delle corsie esistenti, in quanto tutto ciò penalizza l’utente sia dal punto di vista temporale che economico”.
Un’altra situazione denunciata dall’Arat riguarda l’accesso al porto “con l’impossibilità per i taxi di poter usare contestualmente varchi diversi nell‘espletamento dello stesso servizio, se non a pagamento, ne deriva l’obbligo di usare lo stesso varco sia in entrata che in uscita, arrecando, in molti casi, un inutile e costoso disservizio agli utenti”. Ma la vera nota dolente riguarda la delibera “di G.M. n° 134 del 27.12.2013 che chiede il pagamento di diritti di segreteria per pratiche amministrative, che gravano già con dei costi sui singoli tassisti”. “Uno schiaffo alla legalità” secondo i tassisti che in qualche modo si vedono penalizzati in favore dei “soliti furbi che continuano a farla franca”. Alla luce di tutte queste considerazioni i tassisti etnei hanno proclamato una tre giorni di sciopero a partire dalle 7:30 di venerdì 26 gennaio .

