CATANIA – Nessun raddoppio della galleria Zurria – Acquicella e centro storico salvo. La notizia, attesa dall’intera, o quasi, popolazione catanese, è stata diffusa oggi in seguito alla conferenza dei servizi organizzata dal sindaco Bianco e che ha visto presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e della Mobilità, Antonino Bartolotta e i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto di raddoppio dei binari della Rete ferroviaria italiana, inserito nel cosiddetto “Nodo Catania”. “La decisione che è stata assunta è di portata storica – spiega il sindaco Enzo Bianco. È stato riconfermato che la realizzazione della rete ferroviaria veloce tra Palermo, Catania e Messina ha un valore strategico per la Sicilia, che la nostra città è ansiosa di vedere realizzata questa infrastruttura, ma nello stesso tempo, è stata definitivamente accantonata l’ipotesi progettuale della Rete ferroviaria italiana che prevedeva il raddoppio della galleria sotto il centro storico”.
Il primo cittadino ha evidenziato come l’approccio all’ipotesi alternativa formulata da Rfi, che prevede sempre il passaggio dei treni sugli Archi della Marina e sotto parte del centro storico cittadino, sia stato scevro da qualsiasi pregiudizio ma come l’amministrazione, la Sovrintendenza e la città tutta, sia rimasta ferma nel fare valere la propria proposta, che poi è la stessa avanzata dalla precedente amministrazione, ovvero di far passare i binari sotto il porto, attraverso le lave storiche della colata del 1669. “L’orientamento dell’amministrazione, che è stato comunicato ed è stato accolto dalla Regione, è che a valere sia l’ipotesi cosiddetta B, ovvero l’interramento dei binari sotto il sedime portuale – sottolinea Bianco. Questo è l’orientamento definitivo per il Comune. In collaborazione con gli altri Enti – prosegue – faremo in modo che si accelerino i tempi per le autorizzazioni, in modo che si possa passare poi alla fase di progettazione”.
Il primo cittadino avrebbe dato rassicurazioni anche sulle tecnologie che verrebbero utilizzate per perforare la pietra lavica, che potrebbero portare l’opera a vedere la luce entro il 2026 e come, rispetto a quanto affermato in precedenza, questa sorta di variante costerebbe “appena” 78 milioni di euro in più rispetto agli oltre 150 preventivati inizialmente. “Oggi è un giorno importante per me e per la città di Catania” – ha concluso. Gli uffici comunali ci hanno dato pieno sostegno per la tesi bipartisan, perché è quella dell’amministrazione Stancanelli, che io ho sposato e che è condivisa da tutti”. O si procederà al progetto alternativo, dunque, o non verrà realizzato alcun raddoppio.