CATANIA. Non ci sarà Anna Finocchiaro (per lei sarebbe pronto nuovamente un seggio al Senato nella roccaforte dell’Emilia) ma, in compenso, si sa già che torneranno a correre per uno scranno al Parlamento, Giuseppe Berretta, Giovanni Burtone e Marilena Samperi. Il Partito Democratico catanese assieme a Sinistra e Libertà tornano in campo per le Primarie. Questa volta, per scegliere i candidati da mandare a Montecitorio ed a Palazzo Madama. La data fissata è quella di domenica 30 dicembre. Mentre il giorno ultimo per concorrere alla candidatura è quella di sabato 22: anche se Sel prorogherà la scadenza di qualche altro giorno. “Celebriamo queste Primarie per dire che siamo contro questa legge elettorale voluta dal centrodestra e che lo stesso centrodestra non ha voluto cambiare – spiega il segretario provinciale dei democratici, Luca Spataro -. Noi, insistiamo su di un punto: quello che questo è un modo importante per riavvicinare la politica alla gente. A febbraio avremo una coalizione in grado di cambiare l’Italia”. Una scelta, quella delle Primarie, condivisa anche da Sel: “Da parte nostra intendiamo rivolgere molto spazio alla società civile – spiega il neo responsabile provinciale, Claudio Grosso -. Speriamo che i cittadini riescano a partecipare in massa nonostante il periodo festivo”.
Le modalità di voto
Si vota domenica 30 dicembre dalle 8 alle 21. Potranno esprimere la loro preferenza tutti coloro i quali si erano registrati lo scorso 25 novembre: in ogni caso, potranno votare tutti gli iscritti a Pd e Sel. Saranno 75, in tutto, i gazebo che fungeranno da seggi allestiti in tutta la provincia: 12 di questi solo a Catania (due in piazza Stesicoro, Corso Italia e piazza Cavour; uno in piazza Carmelo, piazza Chiesa Madre, piazza Spedini, viale Castagnola e Villaggio sant’Agata). Si pagheranno, anche in questa occasione, 2 euro che gli organizzatori spiegano “serviranno ad autofinanziare i due partiti”. Gli elettori riceveranno due schede e potranno esprimere due preferenze a testa per Camera e Senato: una potrà essere indicata per un candidato ed un’altra per una candidata; nelle intenzioni, la finalità è quella di lanciare un segnale di pari opportunità. Tuttavia, nella tutt’altro che remota ipotesi che siano gli uomini i più votati, vi è una quota di garanzia, nell’ordine del 33%, garantita alle quote rosa.