CATANIA – Venerdì prossimo la Caritas etnea presenterà i dati relativi all’aumento di povertà e sfratti in città. Fenomeni questi, tristemente in linea con altri dati forniti pochi giorni fa dallo stesso ente. I catanesi che ricorrono all’assistenza della Caritas sono sempre più numerosi. Un dato “allarmante” che emerge dalle stime fornite dall’help center della Caritas etnea. Quattrocentotre gli utenti che, per la prima volta, si sono recati al centro nel periodo compreso tra gennaio e luglio di quest’anno. Si tratta di “soggetti in condizione di povertà e a forte rischio di esclusione sociale”. I dati indicano che si tratta sì in prevalenza di stranieri (74% rispetto al 25,31% di italiani) che necessitano di “un bisogno di prima accoglienza al fine di potere regolarizzare la propria posizione giuridica”.
Insomma un passaggio, più o meno obbligato. Diverso il caso degli autoctoni che fanno ricorso al centro perché senza lavoro in modo praticamente definitivo se si considera l’età media, 40 e 60 anni, che rende difficilissima la loro collocazione in un mercato del lavoro già troppo poco accessibile. La richiesta più frequente è quella di un posto letto, segnale evidente delle difficoltà a pagare gli affitti e dell’aumento degli sfratti. E sono soprattutto gli italiani a richiedere beni alimentari e sussidi economici. L’aumento massiccio della presenza di autoctoni è infine dimostrato dal confronto con il 2011. Allora erano i cittadini romeni a rappresentare “la prima collettività in assoluto tra gli utenti del centro”, nel primo semestre del 2012 invece sono gli italiani la comunità più numerosa.