Leoluca Orlando batte i pugni sul tavolo e, in una nota inviata lo scorso sei giugno al ministero dei Trasporti e al Consiglio superiore dei lavori pubblici, chiede a gran voce la restituzione al comune dei porticcioli turistici di Sant’Erasmo, dell’Arenella e di Vergine Maria che il vecchio consiglio comunale ha invece “regalato” all’Autorità portuale con l’ultimo piano regolatore.
Una questione non nuova e certamente non di poco conto. In ballo, infatti, ci sarebbero, secondo una prima stima, qualcosa come 90 milioni di euro che sarebbero una manna dal cielo per le dissestate casse del comune. Orlando nella sua missiva non solo punta il dito contro il suo predecessore, Diego Cammarata, colpevole di aver rinunciato nel 2005 ai porticcioli, ma incarica anche l’Avvocatura comunale di “approfondire i profili di legittimità e di proporre ogni azioni avanti ogni autorità competente”.
Ma andiamo con ordine. Nel 1994 l’allora sindaco Orlando presenta un ricorso al Consiglio di Stato contro due decreti del ministero che individuano i perimetri dell’area assegnata all’Autorità portuale e, quindi, sottratta al comune. Area che comprende, per l’appunto, i porticcioli e i relativi fondi. Ricorso che viene accolto nel 2005 e a cui segue anche un decreto del Presidente della Repubblica. Ma in quello stesso anno, con ben due note, la prima datata 26 aprile e la seconda 26 ottobre, Cammarata comunica al ministero dei Trasporti che il comune, pur avendo ragione, conferma l’intendimento dell’amministrazione, e dell’allora consiglio comunale, di far ricadere nell’area dell’Autorità portuale i porticcioli, così come previsto dal progetto firmato da Maurizio Carta che ricoprirà anche il ruolo di assessore quando l’atto farà il suo iter a Palazzo delle Aquile. Una decisione che già nel 2005 solleva un vespaio e torna d’attualità nel novembre scorso, quando Sala delle Lapidi approva il Piano regolatore del porto, seppure in assenza di un necessario parere dell’assessorato regionale al Territorio. Diversi consiglieri sollevano la questione dei porticcioli, Nadia Spallitta in primis, e votano contro proprio per questo motivo, ma gli uffici rassicurano che è tutto in ordine proprio in base alla nota del sindaco Cammarata.
Orlando però non dimentica e, già alla conferenza stampa di presentazione della sua giunta, all’indomani del ballottaggio, annuncia l’intenzione di chiedere la restituzione delle aree in questione e dei relativi fondi. Da qui la lettera, che stamane è stata resa nota dal consigliere del Pdl, e prossimo candidato alle regionali, Giuseppe Milazzo. “L’Aula revochi in autotutela il provvedimento di cui abbiamo votato l’indifferibilità – dice Milazzo – quando abbiamo votato il Piano regolatore, lo abbiamo fatto sulla scorta del parere degli uffici. Ma oggi che siamo a conoscenza di un possibile danno erariale, non possiamo non intervenire”. Sala delle Lapidi potrebbe così votare presto una delibera già presentata dai consiglieri Totò Orlando e Alberto Mangano. Nel frattempo, verranno convocate le commissioni competenti per il relativo parere.
“Io a novembre ho votato quest’atto – dice Totò Orlando – perché il decreto Lunardi, su cui si basavano gli uffici, pareva sanare tutto. Ma adesso, ricostruita la vicenda e alla luce quindi del ricorso di Orlando e della sentenza del Consiglio di Stato, siamo tenuti ad approvare una delibera in autotutela. E’ una vicenda assai delicata, perché dal 2005 il comune non gestisce i porticcioli facendolo fare a un altro ente. Il che ha provocato un indebito arricchimento all’ente porto e un danno erariale al comune”.