Droga, pioggia di arresti a Palermo - Live Sicilia

Droga, pioggia di arresti a Palermo

Blitz della polizia. Gli arrestati
di
3 min di lettura

Per sfuggire ai controlli in aeroporto i corrieri ingoiavano gli ovuli pieni di droga. Un chilo e mezzo di roba dentro la pancia. Le donne osavano di più. La droga finiva nella vagina. Molti hanno rischiato di morire dopo essersi accascati doloranti ai check in. Le radiografie hanno svelato il contenuto di corpi diventati insoliti contenitori di sostanze stupefacenti. Tutto per evitare l’arresto. Non è servito a nulla. L’operazione della Squadra mobile di Palermo e del commissariato Libertà che ha portato all’emissione di 67 ordinanze di custodia cautelare in carcere è stata chiamata Golden Eggs che tradotto in italiano significa “uova d’oro”. Dal 2005, anno di inizio delle indagini, a oggi sono stati sequestrati circa venti chili di sostanze stupefacenti provenienti da Spagna, Nigeria, Venezuela, Mali e Olanda. Due cartelli, uno nigeriano e l’altro palermitano, si spartivano i compiti sfruttando il canale diretto con i narcos che serviva per portare fumi di droga in tutta Italia. Sicilia compresa, dove Palermo, Catania e Messina eran diventate le centrali dello smercio.

“L’operazione nasce da un banale arresto per spaccio – ha spiegato il procuratore aggiunto Maurizio Scalia -. Nel corso delle indagini è via via emersa l’esistenza di un’organizzazione che aveva un vasto raggio di azione”. Tra le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare ce ne sono due con precedenti penali per mafia. Si tratta di Francesco Chiarello e Giovanni Bronzino. Da qui l’ipotesi che ci possa essere la regia o il benestare di Cosa nostra dietro il business della droga. “Il coinvolgimento di due soggetti con precedenti per 416 bis – ha aggiunto Scalia – è un dato di fatto. Non sono stati accertati collegamenti effettivi con la mafia, ma sappiamo che questo settore è sotto il controllo della criminalità organizzata”. Al di là delle indagini ancora in corso, secondo il questore Nicola Zito “non c’è solo il contrasto alla mafia su cui è normale concentrare gli sforzi. Ecco perché è importante avere dato una risposta in un settore molto remunerativo per la criminalità come il traffico di droga”.

A complicare il lavoro degli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Marzia Sabella e Vania Contrafatto, è stata la capacità dell’associazione di operare lungo gran parte del territorio nazionale. Da Nord a Sud. E’ servito l’aiuto, tra le altre, delle questure di Napoli, Rovigo, Prato, Piacenza, Bergamo, Mantova e Bologna. “Lo spaccato venuto fuori – ha spiegato il capo della Squadra mobile Maurizio Calvino – conferma la capacità imprenditoriale dell’organizzazione. C’erano più associazioni che lavoravano in parallelo per finanziare i traffici, comprare la droga, trasportarla in città, custodirla e infine smerciarla. Come avviene in una normale azienda”. I pusher si muovevano a macchia di leopardo in città, ma il cuore dello spaccio si concentrava tra i quartieri Ballarò, Vucciria e Zen. “Possiamo dire che Palermo era il capolinea dei traffici di cocaina ed eroina transitati attraverso canali internazionali”, ha concluso il dirigente del commissariato Libertà, Rosi La Franca.

Delle 67 ordinanze di custodia cautelare emesse finora ne sono state eseguito trentacinque. In manette sono finiti i palermitani Francesco Chiarello (31 anni), Salvatore Castiglione (35), Salvatore Conigliaro (62), Giovanna Caronia (35), Davide Madonia (36), Nunzia Bonanno (34), Giovanni Bronzino (56), Giuseppe Cammarata (47), Angela Castigliola (44), Maria Castigliola (45), Pietro Freschi (26), Giovanni Tre Re (28), Rosalia Versaggio (55), Antonino Volpicelli (41). E ancora: Angelo Nuzzo, 48 anni, di Vallelunga Pratameno in provincia di Caltanissetta, Paolo Kalloggiannis, 33 anni, di Petralia Sottana nel Palermitano, Rossella Canta, di 30, nata a Termini Imerese, Andrea e Giuseppe Cavoli, di 39 e 36 anni, originari di Piacenza,. L’elenco si completa con gli africani – nigeriani, ghanesi e tunisini – coinvolti nell’inchiesta: Folorunso Ayodele, Gloria Omoruyi, Francis Olabayo Wiwoloku, Esanora Doris Ada, Ayo Akindele, Chakib Farjallah, Fatma Hassine, Tarek Khelifi, Toufik Khelifi, Welcome Ndimmandi, Souhaiel Trabelsi, Daizutoo Bilson, Collins Dofu, Jean Gina Nwabunwanne, Kate Orfan.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI