La Prefettura di Trapani 10 giorni fa ha comunicato a Vittorio Sgarbi la revoca della tutela assegnata nel 2009 e svolta dagli agenti della Guardia di Finanza.
Questa la notizia. Ma chi ha vissuto per un periodo più o meno lungo nella Salemi di Vittorio Sgarbi non fatica a immaginare le reazioni del paese davanti alla revoca della scorta al sindaco, resa pubblica questa mattina, e il conseguente annuncio delle sue dimissioni. I commenti dei salemitani, al bar come alla posta, avranno cercato di minimizzare l’annuncio. Qualcuno si sarà lasciato scappare un “tanto lo dice sempre, ma alla fine resta”. E chissà se Vittorio Sgarbi questa volta resterà davvero a guidare la cittadina dell’entroterra trapanese, oppure dirà davvero addio alla Sicilia.
Di certo, il vicesindaco in queste ore si starà dando un gran da fare per convincerlo a non abbandonare il suo progetto di svecchiamento di una città che, inutile anche provare a negarlo, ha riacquistato linfa vitale con l’arrivo di Sgarbi e della sua eclettica giunta.
Intanto il primo cittadino di Salemi ha già ammesso la sua resa e ha annunciato di voler andar via. “Ho avuto notizia di questo provvedimento di revoca – ha detto – dieci giorni fa. Davanti a questa decisione della Prefettura, resa adesso pubblica, non posso non rilevare l’assoluta mancanza di rispetto e di garanzia per il mio ruolo, nell’avermi così esposto all’azione di quanti possono colpirmi dopo le conclamate denunce contro gli speculatori, la mafia dell’eolico e i documentati scontri con gruppi, assai minacciosi, interessati a queste forme di speculazione”.
“Trovo pericoloso – ha aggiunto – dovere svolgere il mio ruolo di sindaco a Salemi senza garanzie, che vengono invece facilmente assegnate a magistrati di cui spesso non si è apprezzata alcuna attività repressiva rispetto a comportamenti documentatamente criminosi e devastanti per il territorio: per questo annuncio le mie dimissioni. Evidentemente per la Prefettura di Trapani la presenza di un sindaco così esposto, popolarissimo, più volte minacciato, non rientra negli obiettivi da tutelare”.
E ancora, secondo Sgarbi, “la stessa istituzione del museo della mafia ha rappresentato una proposta altamente rischiosa, non diversamente, per esempio, dalle denunce giornalistiche e letterarie di Roberto Saviano a cui nessuno si sognerebbe di togliere la scorta. Evidentemente chi non rientra nelle logiche dell’antimafia di maniera, non merita di essere tutelato. Ogni giorno, da quando sono sindaco – conclude il primo cittadino di Salemi – ho ricevuto telefonate anonime e di minaccia. Con le mie dimissioni si potrà adesso nominare un commissario e a Salemi vi saranno tutte le garanzie per una vita ordinata e tranquilla. Io non intendo espormi oltre”.