L’abbiamo ribattezzato così per evidenziare con giustizia la capacità esplosiva del personaggio. Granata non basta, davanti a una siffatta deflagrazione di interviste, comunicati e interventi.
“Bummazza atomica” è quasi un salace complimento, lo prenda come tale, Fabio. Perché si sa che lei ha un carattere fumantino che, forse, è il suo pregio-difetto maggiore. Dunque, se abbiamo ben capito la linea la detta lei. Almeno oggi su “Repubblica”: “Raffaele (Lombardo) deve rompere gli schemi, noi lo sosterremo con un gruppo autonomo”. Ancora: “Se Fini ha detto che il Popolo della libertà non c’è più, che senso ha chiamarci Pdl? Stiamo già lavorando alla costituzione di un gruppo di Futuro e Libertà all’Ars”. Ancora: “Io non sono imprudente”. Caspita e tricaspita!
Vede – Granata – non è tanto la linea politica ardimentosa. E’ il complice “Raffaele” a mezzo stampa dato a Raffaele Lombardo che ci sgomenta. Si sa che il presidente Lombardo ama la confidenza non richiesta come la carta vetrata sull’epidermide. L’intimità lo deprime. Come mai quell’invocazione col nome di battesimo del sovrano pro tempore da primus inter pares? Fu il malaccorto titolista di “Repubblica”, o è stato lei ad osare? Non sappiamo….
Non sappiamo, no, ma intanto non possiamo fare a meno di sottolineare la sua ascesa. Del resto, lei è un politico – permaloso o no – di qualità. Lo diceva il suo antico mentore, il repubblicano e siracusano Enzo Santacroce: “Fabio è un ragazzo che si farà”. Indubbiamente si è fatto da solo e sembra finalmente passeggero di un treno che dovrebbe riportarla in stazioni più consone alla sua sostanza. Certo, deve frenare l’irruenza e la spontaneità. E deve stare un filino più attento. Ricorda quando in una riunione con gli studenti a Palermo scambiò la moglie del procuratore Grasso per la vedova di Libero Grassi? Io c’ero. Rammento gli occhi supplici e roteanti del suo ex amico Claudio Zarcone che cercava di farle comprendere lo sbaglio. E fu gratificato da un tonante: “Zarcone, vuole che non conosca la vedova Grassi?”, che raggelò gli astanti.
Insomma, prudenza e adelante piano. Se fossimo nei panni di Gianfranco Fini la sorveglieremmo, però. Perché non si sa mai. E butta il cuore oltre l’ostacolo oggi, e buttalo domani… Alla fine anche la milza e il fegato rischiano di andare a rotoli sulla via di Damasco, ops, di Mirabello.