La memoria è fragile e, nella storia dei campionati del mondo di calcio, la gloria imperitura è riservata solo alla squadra campione; alla finalista sarà concesso l’onore delle armi; a terza e quarta rimarrà un rancoroso ricordo di una finale di consolazione. Alle altre, niente! I quarti di finale, quindi, sono l’anticamera della memoria.
Soltanto paraguaiani e ghanesi si ricorderanno del traguardo raggiunto ma solo perché è la prima volta, per tutti gli altri sarà l’oblio. Qualcuno si ricorda quali nazionali arriveranno ai quarti di finale in Germania nel 2006? Personalmente devo fare uno sforzo perfino per ricordare chi fu la squadra che affrontò la Francia in semifinale.
Adesso comincia il bello del Mondiale e vedremo partite in cui sarà difficile fare un pronostico, anche se Spagna e Uruguay sembrano avvantaggiate contro Paraguay e Ghana, mentre Germania – Argentina e Brasile – Olanda sono incontri dal risultato aperto.
Ma il bello del calcio è che la palla è tonda e non sempre vincono i più forti. Anche se questo Mondiale conferma i rapporti di forza che si sono visti recentemente nell’ultima edizione della Champions League, la più prestigiosa competizione europea, malgrado nei quarti di finale ci siano ben quattro squadre sudamericane.
Inter, Bayer Monaco e Barcellona sono state le squadre che si sono contese, fino alla fine, la Coppa dei campioni e se analizziamo le formazioni delle otto squadre rimaste scopriamo che i calciatori di queste squadre di club sono presenti in gran numero nelle formazioni nazionali. Tra i protagonisti di questo Mondiale c’è ancora la difesa e il cervello dell’Inter: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel e Sneijder; c’è il blocco del Barcellona con Piqué, Puyol, Busquet, Xavi, Iniesta, Messi e il nuovo acquisto Villa; c’è il nucleo del Bayer Monaco con Schweinsteiger, Mueller, Klose, Badstuber, De Michelis, Van Bommel e Robben.
E possiamo rintracciare pure altri giocatori di queste tre squadre che attualmente non hanno brillato ma che potrebbero essere utili già in vista dei quarti: Milito e Muntari, Pedrito, Mario Gomez.
Anche l’Atletico Madrid, vincitrice dell’Europa League (la sorella minore della Coppa dei Campioni) ha in campo calciatori importanti come Diego Forlan, leader assoluto dell’Uruguay, e Sergio Kun Aguero, genero di Maradona, che ha già fatto vedere qualche numero interessante.
Fabula docet: il calcio è uno sport collettivo, fatto di schemi e organizzazione di gioco, ma senza grandi calciatori non si può costruire una grande squadra.
Il calcio è una “scienza esatta”, proprio come la politica: servono idee e partiti, ma senza il carisma e l’intuizione di un grande leader è difficile vincere le elezioni e, ancora di più, cambiare la Storia.
Poi, come per la sinistra italiana, quando mancano non solo i leader carismatici ma pure le idee e i partiti… rischiamo di fare la fine della nazionale italiana di calcio. E così ci accontentiamo di guardare le partite in televisione.
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