Movimento 5 stelle, Cancelleri: "Non esiste più. Regionali, ci sarò"

I Cinquestelle che “non ci sono più” e le prossime Regionali: parla Cancelleri

"All'Ars nessuna opposizione. Conte? Sostenerlo fu un errore"
L'INTERVISTA
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5 min di lettura

PALERMO – “Il Movimento 5 stelle di cui ho ho fatto parte io restituiva parte degli stipendi e si impegnava in battaglie concrete per i cittadini, oggi di quell’esperienza non c’è più nulla”. Giancarlo Cancelleri, volto e anima del grillismo che fu e che con la maglietta M5s ha ricoperto anche incarichi del calibro di viceministro e sottosegretario, oggi, da Catania, dove vive con la moglie e due figli, guarda con distacco agli anni ruggenti dei Cinquestelle di Sicilia. Cancelleri, però, non ha abbandonato la politica, anzi dà appuntamento alle prossime elezioni regionali.

Nessuna carica ma la politica la affascina ancora.
“Faccio il papà e il marito, ed è bellissimo. La politica però continuo a farla, del resto ho tanti amici in giro per la Sicilia”.

L’invito agli eventi pubblici di Forza Italia, e poi?
“Ho aderito all’invito del presidente Schifani, che è stato molto gradevole nei miei confronti. Mi ha chiesto di fare questo percorso insieme ma non sono mai stati formalizzati impegni più importanti rispetto a qualche chiacchierata ogni tanto. È stata anche una mia mancanza, gli impegni familiari in questi mesi mi hanno portato altrove ma ora sono più tranquillo. Con il presidente c’è un buon rapporto, così come con altri leader regionali con i quali sto ragionando”.

Cancelleri di nuovo candidato?
“Alle prossime Regionali ci sarà qualcosa da fare in più. Non voglio restare a guardare. Prima o poi prenderò una decisione per capire dove devo andare e con chi, ma anche in che modo impegnarmi. Una cosa è certa: alle prossime Regionali ci sarò”.

Ancora critiche dagli attivisti M5s per il suo addio?
“Capita ancora che nel Movimento 5 stelle mi accusino di voltafaccia, già so che continueranno a farlo. La realtà, però, è che dove sono adesso io c’è il Reddito di povertà (la misura di sostegno alle fasce deboli proposta da Schifani, ndr), dove sono rimasti loro ci sono le proposte di aumento delle poltrone per gli assessori ‘trombati’ dalla politica. Forse sono io quello rimasto sempre dalla stessa parte”.

Si riferisce alla proposta di aumentare il numero degli assessori nelle giunte comunali sostenuta anche dal M5s?
“Sì. Se fossi stato io a proporre l’aumento delle poltrone degli assessori sarei stato massacrato, ora invece passa come se fosse la cosa più normale del mondo. Sono cambiati e questo non fa neanche notizia, come non lo fa il fatto che non restituiscano più parte dello stipendio da deputati. Non è rimasto più niente di quello che era il Movimento 5 stelle”.

Giancarlo Cancelleri
Una vecchia foto di Cancelleri ai tempi del Movimento 5 stelle

Nel week-end ci sarà l’assemblea costituente, se fosse ancora nel M5s starebbe con Conte o con Grillo?
“Grillo purtroppo è rimasto ancorato a un Movimento 5 stelle che avrebbe dovuto necessariamente evolversi. Il M5s di cui facevo parte io, però, diceva che non voleva essere né di destra né di sinistra e che non faceva alleanze strutturate. Figuriamoci parlare di ‘campo progressista’…”.

Beh, se si parla di evoluzione…
“Ok ma il cambiamento e l’evoluzione non possono mettere in discussione i pilastri base che hanno fatto nascere il Movimento. Quei principi dovevano rimanere. Oggi nel Movimento 5 stelle si riuniscono per cosa? Forse cambieranno il nome e forse cancelleranno la figura del garante, che è l’unico ad ostacolare questo trend. Forse cancelleranno il limite dei mandati modificandolo a proprio uso e consumo. Una delle proposte dà mandato al presidente di scegliere le deroghe per alcuni candidati, quindi Conte sarà ‘potente e onnipotente'”.

Non le piace più? Eppure lei è stato suo viceministro.
“L’ho sostenuto ed è stato un grande errore, lo dico con la massima serenità. Ha ammaliato e abbagliato tutti convincendoci che era la persona giusta per traghettare il Movimento verso il futuro. Vuole fare il Melenchon italiano ma non ha nulla di sinistra. Il segretario del suo partito è Travaglio e lui prende la sua posizione politica ogni mattina da Il Fatto Quotidiano. Non è concepibile”.

E il Movimento 5 stelle in Sicilia?
“Il Movimento qui è scomparso, non c’è più nulla. Non incidono. Non c’è più una battaglia a salvaguardia dei diritti o per qualcosa che possa portare benefici alla gente. Di fronte alla porcheria della suddivisione del budget per i deputati di maggioranza e opposizione, il Movimento 5 stelle di cui facevo parte io avrebbe denunciato questa spartizione e queste leggine ‘ad personam’ utilizzando però quei soldi attraverso un unico fondo per finanziare qualcosa di utile alla Sicilia. Quel M5s avrebbe tirato fuori un progetto che lo avrebbe contraddistinto dagli altri partiti, invece qui la maggioranza si è comprata il silenzio della minoranza. ‘Così fan tutti…’. Silenzio anche sulla situazione venuta fuori negli ultimi giorni con i finanziamenti ad alcune associazioni”.

Sta dicendo che il Movimento 5 stelle non fa opposizione?
“Sembra che ci siano persone che non parlano della vicenda dei contributi per il timore che venga fuori il fatto che anche alcuni di loro avessero il vizietto di finanziare associazioni vicine a chi gli è accanto. Se fosse così sarebbe molto grave per il Movimento. Per il resto, non sono io a dirlo ma è nelle cose: non fanno opposizione e gli effetti si vedono”.

In che senso?
“Perdono consensi. Nel giorno in cui si votò per le Politiche, il Movimento 5 stelle in Sicilia prese la metà dei voti rispetto al dato nazionale. Un trend che continua da quel momento e che arriva fino ad oggi, anche con i risultati delle altre competizioni elettorali. In Emilia Romagna e in Umbria ha vinto il Partito democratico. In quelle regioni il M5s non è neanche alla stregua della lista civica del presidente. Stanno evaporando lentamente, stanno diventando insignificanti in una coalizione che si ostinano a riproporre. Lo hanno fatto in tutte le regioni e nell’unica nella quale, forse, avrebbe avuto un senso farlo, la Sicilia, non è andata così”.

In quella vicenda sa bene che influirono i diktat romani.
“Anche per questo dico che Conte dovrebbe essere messo in discussione. Dovrebbe fare come fece Di Maio, togliersi la cravatta e lasciare il posto a qualcun altro. Mi sembra evidente che non sappia fare il leader di partito. È stato probabilmente un ottimo presidente del Consiglio ma come leader politico non ne sta azzeccando una”.


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