La tragedia, a Favara, si consuma in pochi istanti, all’alba di questo gelido sabato di gennaio. Una palazzina fatiscente nel pieno centro del paese dell’Agrigentino cede di schianto, crollando come un castello di carte. Sotto le macerie resta intrappolata la famiglia Bellavia che abitava quella palazzina. Marito e moglie, Giuseppe e Giuseppina, sono i primi a mettersi in salvo. Sorte diversa, purtroppo, per i loro tre bambini: Marianna di 14 anni, Giovanni di 12, e Chiara di 3.
Dei tre, infatti, si è salvato soltanto il ragazzino che era riuscito a parlare con i soccorritori attraverso un telefono cellulare. Niente da fare invece per le due bambine. La più grande è stata estratta senza vita dalle macerie, mentre Chiara, la più piccola, è deceduta durante il trasporto in ospedale.
Intanto si cerca di individuare le cause di questa tragedia: “La zona è fatiscente e potrebbe trattarsi di un crollo strutturale. Anche perché non si sono sentite esplosioni” ha detto a Sky Tg24, il tenente Gabriele Treleani, comandante dei carabinieri di Favara. La situazione è “particolarmente grave” e c’è anche il pericolo di ulteriori crolli.
La zia dei piccoli ha raccontato che la famiglia aveva presentato richiesta per l’ottenimento di una casa popolare, ma senza ricevere alcuna risposta. La palazzina già da tempo aveva numerosi cedimenti strutturali e infiltrazioni d’acqua. Alcune case vicine a quella crollata sono state fatte evacuare. La Procura di Agrigento ha ipotizzato il reato di omicidio colposo plurimo nell’inchiesta sul crollo della palazzina.
La zona di Favara, detta “del calvario”, in cui è crollata la palazzina è da tempo ad alto rischio. Erano già cadute le case adiacenti a quella caduta oggi. La palazzina della famiglia Bellavia era composta da un magazzino sotterraneo, un pianterreno e due piani superiori. Maurizio Cimino, della protezione civile regionale, che è sul luogo del crollo, sostiene che la casa era inagibile e che alcune opere di consolidamento effettuate sui piani superiori hanno reso ancora più critica la situazione. “Le fondamenta marce – dice – non hanno più retto e la casa si è accartocciata su se stessa”. Giuseppe Bellavia fa il muratore saltuariamente e la moglie é casalinga.