MESSINA – Il matrimonio tra Franco Proto e il Messina si consuma alle 20,24 di sabato 18 febbraio nell’ufficio del notaio messinese Nunzio Arrigo. Una data che i tifosi giallorossi ricorderanno a lungo, una giornata iniziata intorno alle 11,30 del mattino quando l’imprenditore ennese e l’ex numero della società, Natale Stracuzzi, fanno capire ai tifosi e ai giornalisti presenti di essere arrivati ormai al rush finale. Franco Proto e il Messina da maggio ad oggi si sono sfiorati tante volte, poco più di un mese il rifiuto dell’ultima offerta che sembrava poter aprire le porte ad altre soluzioni, come l’avvocato Angelo Massone o il duo calabrese Gerace-Marcianò, strade poi rivelate insicure e poco gradite ad una piazza vogliosa di rilancio dopo un decennio di anonimato.
Quel rilancio che adesso proto è chiamato a fare, perché Messina rappresenta la grande occasione anche per lui. Imprenditore del settore sanitario, il nome di Franco Proto, troinese di 64 anni, è legato inevitabilmente a quello dell’Atletico Catania, che sotto la sua guida ha sfiorato il clamoroso salto in serie B ormai due decenni fa. Il feeling con la Catania calcistica però non si è mai concretizzato, ma adesso c’è la grande occasione dopo aver salvato un Messina sull’orlo del fallimento.
Lo staff tecnico è già pronto da tempo e adesso è arrivato il momento di mettersi all’opera come annunciato dal nuovo patron giallorosso: “Servono persone qualificate, che svolgeranno il loro ruolo con professionalità. Lello Manfredi ricoprirà il ruolo di direttore generale, avrà l’obiettivo di fare innamorare i tifosi e farli aumentare di numero. Marcello Pitino sarà il responsabile dell’area sportiva. Avrà il compito di far crescere anche il settore giovanile. Bisognerà aprirsi alle periferie e ai quartieri a rischio, con nuove scuole calcio. Guarderemo ai giovani del territorio, per addestrarli e formarli. Prima di tutto bisogna pensare ai debiti. Dobbiamo risanare i conti di questa società, avviando un serio e necessario risanamento. Se ci riuscirò avrò vinto la mia Champions. Non guardiamo solo la classifica. Misurateci sui comportamenti, che vengono prima dei risultati. La società di calcio è un’azienda atipica, che appartiene alla città. Dovremo ritrovare la continuità che ci è mancata”.