Rabbia rosanero - Live Sicilia

Rabbia rosanero

A Marassi finisce due a due
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3 min di lettura

I fuoriclasse ti soprendono con la facilità. Ti aspetti cose turche e risolvono la faccenda con una cosuccia da niente. Javier Pastore ha mandato il Palermo in paradiso, per un lunghissimo momento,  in cima a una partita lucida di sudore e talento, con un esterno semplice a scavalcare il già tremebondo Amelia. Un sincero premio – riteniamo – per l’ardore e la saggezza di un ragazzo salito a Marassi, insieme ai suoi compari,  con la faccia feroce e il vestito nuovo della festa. Il Genoa ha meritato il pareggio? Dubbio amletico. Sì, già, diranno. Secondo noi affatto. Mai.  Con le giocate rococò si riempiono gli occhi degli ingenui, ma il piatto langue. Il Genoa – non si dica per campanile – ha rubacchiato un punticino a chi aveva già colto un successo pieno e gagliardo.
Inizio veloce. Rosa quadrati e disposti con una intelligente linea Maginot, rivoluzionati con Goian dietro e Abel H. davanti. La direzione d’orchestra a un ottimo Nocerino. Grifone per linee orizzontali. Scintillante la trama? Film soporifero, dolciastro e sdegnoso, piuttosto. Un cubo di Rubik senza costrutto, una catena di montaggio, un groviglio – tua, mia tua – senza soddisfazioni, né soprassalti.
Logico, perciò, il gol di Abel H. che al “Palermo” in edicola aveva promesso una rete contro l’Inter e volentieri lo perdoniamo del leggero ritardo. Sublime l’anticipo a rubare il tempo con Marco Amelia a raccogliere qualcosa sul prato. Potenza della giovinezza che fa sembrare gli altri vecchi. E il Genoa? Sì, giustamente schiumante rabbia, a capo basso contro il muraglione di Mastro Delio Rossi. Tuttavia inferiore. Tuttavia mai con l’acume tattico dei dirimpettai rosa che avrebbero potuto insistere e raddoppiare, lungo una partita di contropiedi sfumati di un’unghia. Così il gol di Bocchetti alla mezzora del secondo tempo, dopo una colossale mangiata di Cassani in contropiede, aveva già il gusto amaro di una prima e immeritata beffa.  E niente era. Il calcio è bello? Pure ingiusto. Il mirabile Palermo raddoppiava con la già citta zampinata di Pastore. Seguivano scene fantozziane da Fort Apache: gomitate, tibia, nuca, naso, l’espulsione del danesino Kjaer, che aveva condiviso l’onere della difesa con Goian. Cosette al limite con Valeri non sempre appropriato nel governare il bandolo. Perché quel recuperone stiracchiato oltre il lecito?  Miccoli (subentrato a Hernandez, inizialmente preferito al Pibe) e Cavani non riuscivano a cogliere i buchi della difesa grifonesca. All’ultimo sospiro il rigore per un intervento disperato di Sirigu, comunque impeccabile. Spiazzata del carneadico Kharja e fischio del già citato Valeri. Calcio, sport bellissimo. Calcio sommamente ingiusto. Chi comincia a rosicchiarsi le mani?

GENOA (3-4-3): Amelia, Tomovic  (21′ st Kharja), Moretti, Bocchetti, Mesto (10′ st Rossi 6), Zapater  (10′ st Suazo 5,5), Milanetto, Criscito, Palacio, Sculli, Palladino  (73 Scarpi, 13 Fatic, 27 Lazarevic, 33 Aleksic). All.: Gasperini.

PALERMO (4-3-2-1): Sirigu, Cassani, Kjaer, Goian, Balzaretti, Nocerino  (41′ st Blasi sv), Migliaccio, Bertolo  (33′ st Tedesco sv), Pastore, Cavani, Hernandez(22′ st Miccoli). (28 Benussi, 26 Morganella, 88 Blasi, 89 Celustka). All.: Rossi Arbitro: Valeri di Roma
Reti: nel pt 34′ Hernandez; nel st 29′ Bocchetti, 33′ Pastore, 50′ Kharja (rigore)


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