Felicità è espugnare il Franchi, fare viola la Fiorentina e tornare a sognare un posto in Europa. Punti di vista, verrebbe da dire dopo le esternazioni del patron del club di viale del Fante che non sprizza gioia da tutti i pori all’idea di un piazzamento in Uefa che il Palermo ricomincia ad annusare. Certo, resta sempre l’onta di aver perso il derby col Catania con quattro sberle a domicilio difficili da metabolizzare. Ma per Zamparini la coppa Uefa è un’autentica rottura di scatole. ”Con la vittoria di Firenze è tornato il sorriso, anche se è rimasta l’amarezza per aver perso con il Catania. A Palermo, per un tifoso occorrono 365 giorni per digerire la sconfitta con gli etnei – ha detto a ”Radio Kiss Kiss” Zamparini.
”Sogno Europa? E’ bello arrivare in Uefa perchè è gratificante – prosegue il patron – solo per la posizione in classifica. Per questo non parlerei di sogno. Dal punto di vista economico o della visibilità, la Uefa è veramente ridicola. Con tutte le partite di Champions tra martedì e mercoledì, il giovedì nessuno vedrà l’Uefa, che dà pochissima visibilità. L’unico obiettivo di quest’anno è preparare un’ottima squadra per la prossima stagione, con Ballardini in panchina, che si deve amalgamare bene con la squadra per trovare un gioco, un blocco unico, essere uniti in previsione dei prossimi anni. Sono molto contento – conclude – come sono andate le cose finora. Io e Ballardini ci sentiamo almeno 2-3 volte a settimana, e quando lui gioca è sempre d’accordo con me e soprattutto io con lui. Ho un allenatore giovane che deve crescere come esperienza e come tutto, ma già sta facendo benissimo”.
Concetti chiari e diretti, in pieno stile Zamparini, ma difficili da spiegare e da far condividere a un popolo che ha ancora fresche nella memoria sia le trasferte a Casarano e a Battipaglia, che quelle a Cipro, Barcellona e Londra nell’unico anno in cui i colori rosanero hanno varcato i confini del Belpaese. Al presidente Zamparini qualcuno dovrebbe spiegare che i soldi, lo share e l’impatto mediatico della Champions League non sono tutto nella vita. Ma soprattutto che i soldi, lo share e l’impatto mediatico della Coppacampioni sono elementi che nessuno a Palermo disdegnerebbe. Per raggiungerli, però, servono investimenti ben diversi da quelli fatti fin qui. I “colpi di mercato” come De Melo, Budan, Succi e Mchelidze non sembrano essere i cardini di una strategia per tentare l’ingresso nell’élite del calcio europeo. Con gli investimenti fatti sin qui e la rosa a disposizione di Ballardini la Coppa Uefa non è poi così ridicola. Ci rifletta, presidente.