PALERMO – “La pur rilevante esposizione debitoria non è stata la causa decisiva che ha portato alla dichiarazione di fallimento” del Palermo calcio. Ad aver avuto un ruolo determinante sarebbe stata “l’attività fraudolenta posta in essere successivamente e non specificatamente contestata nell’atto di deferimento”. Queste le motivazioni della sentenza del Tribunale federale nazionale della Figc che a fine luglio ha rigettato il deferimento di Maurizio Zamparini e del gruppo dirigente del vecchio Palermo calcio. Alla decisione dello scorso 23 luglio oggi è seguito il deposito delle motivazioni.
Insieme con Zamparini erano coinvolti nel procedimento Laura Giordani, Giovanni Giammarva, Andrea Bettini, Daniela De Angeli (che aveva chiesto il patteggiamento ed è stato rigettato ndr), Silvana Rita Zamparini, Emanuele Facile, Clive Richardson, John Michael Treacy, Alessandro Albanese, Walter Tuttolomondo, Attilio Coco, Vincenzo Macaione e Roberto Bergamo.
Per i giudici del TFN, “la mancata contestazione (anche) di tali specifiche e concrete condotte, a parere del Collegio, interrompe il nesso causale e, impedisce una lineare e completa valutazione delle condotte concatenanti e connesse che avrebbero, qualora accertate, concorso alla causazione del fallimento societario”.
“Alla luce di quanto sopra esposto – si legge nelle motivazioni del Tfn – il Collegio rigetta il deferimento e per tale motivo ha proceduto a rigettare anche la proposta di patteggiamento in quanto non ritenuta corretta la qualificazione dei fatti operata dalle parti, dovendosi procedere al proscioglimento dell’incolpata, analogamente agli altri deferiti”.